Stromboli: ancora piccoli sismi ma nessun danno rilevante
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LIPARI, 4 APRILE – La notte è trascorsa in maniera relativamente tranquilla sull’isola di Stromboli, dove la situazione sta lentamente tornando alla normalità dopo le due violente esplosioni verificatesi tra le 16 e le 17 di ieri. Il bilancio resta comunque grave, a causa della morte del 35enne Massimo Imbesi – investito dalla cenere lavica durante un’escursione a Punta di Corvo, alla base del vulcano – e dei tre feriti gravi nella frazione di Ginostra (la più vicina alla sciara lavica), colpiti da grosse pietre scagliate dalle esplosioni.
Quanto accaduto non è sorprendente: il vulcano è appunto di tipo esplosivo e le sue eruzioni avvengono in media ogni ora e con la possibilità che si verifichino fenomeni di parossismo, le manifestazioni stromboliane più energetiche, consistenti nell’emissione violenta ed improvvisa di scorie incandescenti anche a distanze considerevoli.
Resta dunque tantissima paura per gli abitanti ed i turisti ancora sul posto, anche perché sta proseguendo lo sciame sismico con costanti scosse di breve durata e bassa intensità (magnitudo 2), prevedibile effetto dell’assestamento del vulcano. L’isola è inoltre ricoperta di pomice nera, che ha ormai costituito uno strato spesso diversi centimetri, ma anche di detriti, soprattutto nella località di Ginostra. Nonostante tutto, non si sarebbero verificati danni rilevanti agli edifici ed i piccoli focolai naturali rimasti attivi sarebbero sotto controllo dei Forestali e non desterebbero preoccupazione in ordine all’eventuale propagazione di incendi nelle aree verdi stromboliane.
Gli abitanti si sono già messi al lavoro per spalare e riprendere le consuete attività, anche perché la stagione estiva è ormai avviata. Sono ancora in molti, però, i turisti intenzionati a lasciare l’isola e ciò ha indotto la compagnia di navigazione Liberty Lines ad attivarsi per fronteggiare l’emergenza: circa 70 persone, che si trovavano a Ginostra, sono state già trasferite a Lipari e a Milazzo con tre aliscafi messi a disposizione dagli armatori siciliani, mentre altri quattro mezzi di emergenza restano in allerta tra Salina e Lipari per eventuali evacuazioni.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: messina.gds.it