Streaming, i dati del 2023 certificano i numeri di un fenomeno che ha ancora margini di crescita
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Il mondo dell’intrattenimento è cambiato molto negli ultimi anni, complice una tecnologia che non ha smesso di sfornare novità. Tra queste quella dello streaming ha rappresentato probabilmente una rivoluzione enorme, francamente inaspettata che è andata a cambiare gli equilibri preesistenti e schemi consolidatisi in anni ed anni di intrattenimento diverso. Si è assistito al tramonto di una forma di intrattenimento che molti pensavano immortale come la televisione, per vedere l’ascesa dello streaming. Parlano chiaramente i dati, in tutto il mondo e ad ogni latitudine.
Il caso dell’Italia, dove radio e tv hanno scandito gli attimi di un secolo, è emblematico. Nel 2023, secondo quanto riporta Repubblica, si sono contati almeno 15,3 milioni di utenti unici abbonati alle piattaforme di video in streaming. Utenti, questi, da considerarsi paganti. A questa fetta va aggiunta un’altra porzione di almeno sedici milioni di abbonati a servizi di musica e podcast. Significa che la metà del Paese ha scelto lo streaming per il suo intrattenimento. Di questi, la metà ha almeno due abbonamenti attivi in contemporanea.
“Il fenomeno dello streaming in Italia, - sottolinea Giada Benazzi di Gaming Report -, riflette una tendenza globale verso la digitalizzazione dell'intrattenimento. Il gaming online, in particolare, ha giocato un ruolo cruciale in questa evoluzione. Ha introdotto gli utenti a un'esperienza interattiva e coinvolgente, che ha poi influenzato le aspettative verso altri tipi di media. La personalizzazione e l'interattività, pilastri del gaming online, sono diventati standard desiderati anche nello streaming di film, serie TV e programmi musicali. Inoltre, la cultura del gaming ha contribuito a creare comunità virtuali, dove la condivisione di esperienze e contenuti è fondamentale. Questo aspetto sociale del gaming si riflette anche nello streaming, dove la possibilità di condividere e discutere i contenuti con altri utenti è sempre più apprezzata e ricercata”.
A comandare il settore sono i soliti colossi: Netflix, tornato in auge dopo un 2022 a dir poco difficile, tiene la testa della classifica, seguito da servizi come Prime Video e Disney+. Altri canali sono intanto sbucati e mentre si registra un crescente interesse verso Apple Tv, anche piattaforme diverse vivono il loro periodo d’oro. Su tutte Twitch, popolarissima soprattutto tra i più giovani come piattaforma di live gaming. Fa eco Discord, ancora ristretto in certi confini ma destinato a crescere con una nuova generazione di utenti che vanno oggigiorno affacciandosi al panorama vasto e variegato dell’intrattenimento digitale. Per i canali musicali e di podcasting il trono di Spotify è ben saldo, anche se Audible promette di fare sul serio soprattutto in questo 2024 dopo aver comunque registrato l’interesse di una porzione ampia di pubblico. Insegue, fa strano dirlo, YouTube, che resta piattaforma di certezza per un certo tipo di utente anche se fa fatica ad attecchire con le più giovani menti della Gen Z.
Benazzi non ha dubbi a riguardo: “In futuro cresceranno i canali di intrattenimento online e soprattutto lo streaming sarà protagonista, in ogni campo e per ogni trasmissione. Si tratta di un fenomeno inarrestabile, con buona pace di chi si appella a dati e annuncia la fine di questa epoca d’oro. Almeno per il momento questa è destinata a continuare” – conclude.