Strage di Brescia, Cassazione: fascisti ipergarantiti
Cronaca Lombardia

Strage di Brescia, Cassazione: fascisti ipergarantiti

martedì 15 aprile, 2014

BRESCIA, 15 APRILE 2014 - La Cassazione ha esposto le motivazioni con le quali ha deciso di rinviare a giudizio Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, imputati per la strage di Brescia, spiegando che i due neofascisti sono stati assolti da un "ipergarantismo distorsivo della logica e del senso comune", che ha provocato lo svilimento dei numerosi indizi raccolti contro di loro.

Il rinvio a giudizio è giunto con la sentenza 16397 relativa all'udienza del 21 febbraio scorso. Al medico veneziano Maggi e a Tramonte viene imputato di essere i mandati della strage causata dalla bomba esplosa a Piazza della Loggia il 28 maggio 1974. In quell'occasione, lo scoppio dell'ordigno in un cestino dei rifiuti provocò la morte di 8 persone e 100 feriti, durante una manifestazione sindacale antifascista organizzata da Cgil, Cisl e Uil. [MORE]

La Cassazione, ha criticato in numerosi passaggi le conclusioni del verdetto assolutorio del 14 aprile 2012 dei giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia, definendole "assolutamente illogiche e apodittiche". Secondo i supremi giudici, infatti, il Tramonte non può essere considerato un semplice informatore, in quanto troppo "intraneo" alla destra eversiva. Per quanto riguarda Maggi, sarebbero numerosi gli indizi "sviliti", uno su tutti il sostegno allo stragismo eversivo di destra, di cui lo stesso era sostenitore.

Un altro aspetto non sottovalutabile, "un dato di fatto importantissimo che muta notevolmente il quadro indiziario rispetto al giudizio di primo grado", riguarda la circostanza secondo la quale "l'ordigno esplosivo sia stato confezionato utilizzando la gelignite di proprietà di Maggi e Digilio, conservata presso lo Scalinetto". Su questo punto, la Cassazione ritiene che la Corte d'appello non abbia tratto da tale "ricostruzione in fatto le necessarie implicazioni sul piano probatorio".

Paolo Giovanni Demarchi Albengo, scrive nella relazione che "l'erronea applicazione della legge processuale" è "un vizio ricorrente nel processo per la strage di piazza della Loggia, se si pensa che anche nel procedimento cautelare sulla misura irrogata a Tramonte, Zorzi e Maggi la Cassazione ebbe a osservare l'esasperata opera di segmentazione del quadro complessivo" che "rifuggiva dalle regole di coerenza e completezza".

In conclusione, per la Cassazione, le conclusione della Corte d'appello sono "ingiustificabili e superficiali" di fronte alla "gravità indiziaria" e alla "visione complessiva" di "straordinaria capacità dimostrativa" delle accuse.

Valentina Vitali

(Foto: www.romacapitalenews.com)

 


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