Stepchild adoption: la Corte d'Appello di Torino dice "si" a due coppie gay
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TORINO - La Corte d'Appello di Torino ha detto "si" alle richieste di "adozione incrociata" due coppie lesbiche: dopo un "no" in primo grado, la coppia ha presentato un ricorso in appello ed ha vinto. La richiesta di adozione dei figli delle partner sarebbe stata motivata anche sulla base di un precedente appunto da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, secondo la quale "l’esistenza di un nucleo non è subordinata all’accertamento di un determinato status giuridico, ma alla effettività dei legami".
La prima richiesta è giunta da una coppia sposata in Danimarca nel 2014, dopo una convivenza protratta dal 2007, con due figlie di 7 e 5 anni, concepite grazie all' inseminazione artificiale. La seconda richiesta, similmente, è giunta da una donna richiedente il consenso all'adozione del figlio, di 5 anni, della compagna. Ambe due i nuclei familiari sono ora riconosciuti anche legalmente.[MORE]
I giudici Corte d’appello di Torino hanno comunicato, tramite alcune note, che “il parere favorevole si impone, assai semplicemente, per tutelare una situazione di fatto” e che “preso atto delle condizioni positive in cui stanno crescendo i bambini va applicata la legge 184 del 1983, diversamente non è possibile tutelare adeguatamente i diritti dei minori”. Le decisioni dei giudici sono giunte successivamente ad un parere della Procura generale.
Esultano felicemente due delle donne rivoltesi alla Corte d'appello: “Siamo felicissime. Senza questa sentenza il nostro bimbo sarebbe rimasto con un solo genitore, anche se è il frutto di un progetto di vita comune. Lo stralcio della Cirinnà per noi fu un duro colpo, ma quella legge non ci avrebbe dato nulla di più e nulla di meno di questa sentenza, anche se, naturalmente, il percorso sarebbe stato più semplice".
Sono numerose, però, le critiche da parte degli oppositori delle adozioni gay e della stepchild adoption. Annagrazia Calabria, deputata di Forza Italia, ha dichiarato: "Alla stepchild adoption, che spiana la strada alla pratica inaccettabile della maternità surrogata, si deve dire chiaramente di no. Il Pd non ha voluto farlo, per pura propaganda, e ha lasciato che ad introdurla di fatto nel nostro ordinamento fossero delle sentenze giudiziarie. Un atteggiamento ipocrita e pilatesco".
(Foto da forexinfo.it)
Riccardo Rusconi