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ROMA, 28 OTTOBRE 2014 – Al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, è durata tre ore e mezza la deposizione del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, che, secondo una nota del Quirinale, ha risposto a tutte le domande «con la massima trasparenza e serenità», anche a quelle del legale di Totò Riina.
«La Presidenza della Repubblica - continua il comunicato del Colle - auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l’acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all’opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità».
Notizie sull’udienza da alcuni legali presenti
Per il legale di Riina, Luca Cianferon, secondo quanto riporta l’ANSA, «La Corte non ha ammesso la domanda più importante, quella sul colloquio tra il presidente Napolitano e l'ex presidente Oscar Luigi Scalfaro quando pronunciò il famoso “non ci sto!”».
Secondo quando rende noto Giovanni Airo’ Farulla, avvocato del Comune di Palermo, «La parola “trattativa” non è mai stata usata»; inoltre, continua il legale, «Giorgio Napolitano ha riferito che, all’epoca, non aveva mai saputo di accordi» sospetti.
I commenti della politica
Sulla deposizione odierna non tardano ad arrivare i commenti della classe politica.
«Normale che l’avvocato di Riina possa intervenire alla deposizione di Napolitano? L’aggettivo normale non è esattamente quello utilizzabile per questa vicenda», ha commentato il ministro della giustizia Andrea Orlando.
Per Roberto Speranza, capogruppo Pd alla Camera: «Oggi è un giorno triste per le istituzioni. La deposizione spontanea di Napolitano rappresenta un vulnus per la Presidenza della Repubblica e per la persona. Si sarebbe dovuto evitare di vedere accostato a una delle pagine più buie della storia repubblicana il nome di chi ha sempre mostrato un altissimo senso dello stato e vero amore verso il nostro paese». [MORE]
«Una deposizione che non lascia nessuna traccia, che non segna una svolta, anzi incrementa solo dubbi. La priorità di Napolitano non è contribuire alla ricerca della verità sulla terribile stagione delle bombe. Una deposizione blindata, controllata, chiusa ai cittadini e ai giornalisti», si legge invece in una nota dei membri del M5S, che hanno così espresso il loro “pieno disappunto”.
Domenico Carelli
(Foto: lastampa.it)