Stabilità: Regioni in rivolta per i tagli. Zingaretti:"Facile abbassare le tasse con i soldi altrui"
Politica Lazio

Stabilità: Regioni in rivolta per i tagli. Zingaretti:"Facile abbassare le tasse con i soldi altrui"

venerdì 17 ottobre, 2014

ROMA, 17 OTTOBRE 2014 – Ammontano a 4 miliardi i tagli imposti alle Regioni italiane dalla legge di Stabilità e hanno già scatenato la protesta dei presidenti regionali. Mentre la bozza della nuova legge è in attesa dell’approvazione della Commissione europea, che la esaminerà nelle prossime settimane, fra i governatori regionali italiani si scatena la protesta.

Le dichiarazioni di Padoan

Secondo i presidenti delle giunte regionali, i nuovi tagli, definiti «insostenibili», si riverseranno sulla sanità oppure costringeranno ad imporre nuove tasse che graveranno sulle spalle dei cittadini.
Il rischio di un aumento delle imposte era già stato previsto dal Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che aveva precedentemente ammesso in conferenza stampa la possibilità che, in seguito ai tagli, «le Regioni aumenteranno le tasse, ma i cittadini potranno valutare le decisioni dei loro amministratori». Padoan oggi ha specificato, dichiarando che, se si fa pressione sugli enti locali «non è a che aumentino le tasse, ma perché aumentino l’efficienza. Siamo convinti che i margini ci siano. Si tratta di dare gli stimoli giusti, a partire dal governo».

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Le preoccupazioni per la sanità

Quello che spaventa i governatori è il forte impatto che i tagli potrebbero avere sul sistema sanitario regionale. Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio, ha asserito che «È facile abbassare le tasse con i soldi degli altri». Catiuscia Marini, presidente della regione Umbria, ha dichiarato che «È tecnicamente impossibile prevedere questi tagli senza incidere per il 70% sulla sanità». Stefano Caldoro, governatore della Campania, sostiene che «il Patto per la Salute non è a rischio, è pregiudicato. C’è un problema di affidabilità istituzionale». Secondo il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, «Non è che il Governo può prima fare un accordo e poi togliere di mezzo questo accordo senza coinvolgere chi ha firmato». «Come conseguenza –continua Maroni – ci sarà non una riduzione delle tasse ma, temo, un aumento delle tasse da parte delle Regioni perché questi tagli, soprattutto nella sanità, sono insostenibili». Secondo Luca Zaia, Givernatore del Veneto, «questa manovra passerà alla storia come la legge del massacro specie per le Regioni virtuose».

La ferma opposizione di Renzi

Le proteste dei governatori regionali hanno tuttavia incontrato la ferma opposizione del Premier. Matteo Renzi ha dichiarato, attraverso il suo account Facebook: «Una manovra da 36 miliardi e le regioni si lamentano di uno in più? Comincino dai loro sprechi anziché minacciare di alzare le tasse #no alibi».

(foto www.facebook.com)

Elisa Lepone


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