Squinzi: «Speriamo governo dia risposte a Paese stremato»
Economia Lombardia

Squinzi: «Speriamo governo dia risposte a Paese stremato»

giovedì 20 febbraio, 2014

MILANO, 20 FEBBRAIO 2014 - Al termine di un convegno sulle reti di impresa il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi ha detto: «Ci auguriamo che il nuovo governo sia capace di operare per dare risposte al Paese stremato da una crisi che dura ormai da più di 6 anni». Prosegue Squinzi: «Dobbiamo avere fiducia perché siamo imprenditori e dobbiamo guardare al futuro. Ci auguriamo che da questa fase politica esca un governo in grado di operare».

Il numero uno di Confindustria, inoltre, ha puntualizzato: «Il governo non dimentichi che non c'è ripresa senza imprese». E su rumors inerenti una nomina di Graziano Delrio alla guida del ministero dell'Economia. Squinzi ha concluso: «A livello personale ho stima, amicizia e rispetto per Delrio ed è un buon nome in assoluto». [MORE]

Intanto, per quanto riguarda la situazione economica del Paese, secondo i dati diffusi al centro studi di Confindustria nella Congiuntura flash: «Avanti adagio, quasi ferma. I duri dati dell’economia italiana, relativi a produzione industriale e occupazione, ribadiscono che la risalita dalla profonda fossa scavata dalla recessione è lentissima ed è contrassegnata anche da scivoloni indietro, anziché dall’atteso graduale consolidamento».

Lo studio prosegue evidenziando che «preoccupa lo scollamento dai progressi più marcati degli indicatori qualitativi. Questi ultimi sembrano aver perso parte del loro valore segnaletico, forse per il divaricarsi di performance tra imprese, con quelle in maggiore difficoltà che escono dal monitor dei radar congiunturali. È probabile che il divario tra le statistiche soft e quelle hard si chiuda nella prima metà del 2014; il rischio è che ciò avvenga non solo attraverso un maggior slancio reale ma anche via peggiorameto delle aspettative, come si sta già osservando in alcune variabili».

Tre sono i fattori su cui occorre agire, se si vuole finalmente puntare alla crescita: credito, debolezza della domanda interna, perdita accumulata di competitività. Infatti, secondo il sopraindicato studio:« È evidente che è necessario ma non sufficiente il miglioramento del contesto internazionale, che prosegue. Sono, infatti, esagerati i timori di una battuta d’arresto degli Usa e di una crisi degli emergenti: gli uni e gli altri continueranno a dare solidi impulsi alla crescita globale. Così come una mano viene dal maggior vigore che va acquistando l’Eurozona».

Rosy Merola
 


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