Sponda di Renzi a Netanyahu: "Prima di tutto la sicurezza". Poi da Abu Mazen: "Due stati due popoli"
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GERUSALEMME, 22 LUGLIO 2015 - "Chi pensa di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro. Possiamo avere opinioni diverse, è accaduto e continuerà ad accadere. Ma l'Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo e internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido". É un tono più che conciliatorio quello usato da Matteo Renzi di fronte ai deputati israeliani riuniti alla Knesset, il Parlamento dello Stato ebraico. E' quello di un confronto tra "amici e alleati" e premier italiano calibra ogni singola parola, attento a non irritare la sensibilità di Israele ma senza tradire le idee sui temi dove le due nazioni hanno divergenze. [MORE]
E alla fine gli vale una standing ovation di un minuto nell'Aula:“Il vostro destino è il nostro destino, la vostra sicurezza è la nostra sicurezza. Insieme possiamo costruire un mondo più giusto. “Israele ha diritto alla propria sicurezza. L'esistenza di Israele non e' una gentile concessione della comunità internazionale dopo l'olocausto. Esiste nonostante la Shoah ed esiste per diritto da secoli prima della Shoah". Avete non solo il diritto ma il dovere di esistere e non solo per i vostri figli ma anche per i nostri figli, per i miei figli: per Francesco, Emanuele ed Ester", ha detto Renzi, riprendendo quanto poco prima aveva affermato Netanyahu nel suo discorso in cui aveva detto 'Basta' (in italiano) "all'antisemitismo, al boicottaggio di Israele e all'ostilità contro lo Stato ebraico".
Ma il premier italiano non ha voluto solo corteggiare i padroni di casa. Sul tema più spinoso, l'accordo raggiunto dalla comunità internazionale con l'Iran sul nucleare e stigmatizzato da Israele come un errore di portata storica, Renzi ha difeso la scelta di Washington: "Comprendo la vostra preoccupazione, ma insieme agli Usa riteniamo che questo accordo sia utile per il futuro della regione, ma siamo pronti a verificare giorno dopo giorno, momento dopo momento la sua implementazione", ha ribadito Renzi. “Accettiamo compromessi sull'Iran ma non sull'esistenza di Israele. La vostra sicurezza è la nostra sicurezza", ha aggiunto quasi senza prendere fiato.
Il tentativo di individuare un sentiero possibile fra l’accordo con Teheran e il sostegno a Israele distingue Renzi dalle altre voci europee finora ascoltate a Gerusalemme. Anche perché il presidente del Consiglio, il primo in visita diplomatica nello Stato ebraico dopo l'accordo sul nucleare, sia ieri durante il colloquio con il premier israeliano Netanyahu sia oggi alla Knesset ha mostrato un'attenzione particolare a un tema fondamentale per Israele: la sovrapposizione fra le minacce armate dei nemici geograficamente vicini e l’intolleranza antiebraica che ancora alberga in più Paesi musulmani e anche in Occidente. “L'antisemitismo è una forma di terrorismo”, sostiene Renzi tra gli applausi dei deputati. D’altra parte per Matteo Renzi l’approccio al Medio Oriente è “nella scelta, senza possibile discussione, fra i barbari che perseguono la morte e la frontiera sull’innovazione costituita da Israele”.
Certo, ha fatto notare Renzi, la pace tra lo Stato ebraico e la Palestina "sarà possibile solo con due stati e due popoli, e solo se sarà garantita piena sicurezza di tutti: il diritto dello stato palestinese all'autodeterminazione e quello dello stato ebraico alla propria sicurezza”. Parole molto simili sono state usate dal premier più tardi, quando il presidente del Consiglio si è recato a Betlemme per un incontro con il presidente dell'Anp Abu Mazen al quale ha ribadito che l'unica soluzione è quella di "due popoli e due Stati" e ha dato appuntamento ad Abu Mazen al 19 settembre quando il presidente palestinese sarà all'Expo di Milano.
Il premier si è detto certo che Mazen farà di tutto "per aiutare la comunità internazionale a combattere il terrorismo internazionale" nella convinzione "l'amicizia tra Italia e Palestina è uno strumento contro il terrorismo". Poi ha ricordato che l'Italia è "leader per gli investimenti nella cooperazione in Palestina" e si è posto due obiettivi: "Realizzare progetti di sviluppo per questa terra" e "incrementare il numero di studenti che dalla Palestina viene a studiare in Italia".
Tiziano Rugi
Foto: Stampa.it