Spese riservate, al varo riforma dopo l'inchiesta su Durnwalder
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BOLZANO, 5 OTTOBRE 2012- Julia Unterberger dice basta; la vicepresidente del consiglio provinciale di Bolzano, esponente dell’Svp incaricata di stendere un disegno di legge che riformi l’intera materia delle spese private e di rappresentanza per la giunta, l’ufficio di presidenza e i gruppi consiliari, promette dalle pagine dei principali quotidiani locali che il testo in cantiere limiterà in maniera consistente l’entità dei fondi, proibendo quel tipo di spese non certificate che hanno gettato nell’occhio del ciclone Luis Durnwalder.
Perché da quando l’inchiesta della Corte dei Conti ha svelato i retroscena di una gestione delle uscite non propriamente trasparente da parte del Presidente della Provincia, con cifre da capogiro capaci di rubare la scena sulla stampa locale persino all’annosa questione dei cartelli bilingue, la riorganizzazione di un sistema troppo spesso lasciato alla discrezionalità è tornata al centro dell’attenzione nei programmi di maggioranza e opposizione.[MORE]
Proprio per questo, spiega la Unterberger, si cercherà di depositare al più presto il disegno di legge, perché sia possibile votarlo e approvarlo in tempi brevi, eliminando ogni ombra sul tema della gestione dei soldi pubblici in Alto Adige; sarà fondamentale, quindi, specificare gli ambiti in cui i vari rappresentanti potranno far ricorso ai fondi in questione, per evitare di far rientrare nella voce delle “spese private per aumentare l’immagine delle istituzioni” anche regali ad amici e pranzi faraonici offerti a delegazioni in visita.
Durnwalder non si scompone troppo, e si dice d’accordo con chi propone di cambiare le regole su quel fondo di quasi duecentomila euro (119mila per le spese di rappresentanza, 72mila per quelle riservate) che lui stesso maneggia da oltre vent’anni; basta soltanto fare chiarezza, puntualizza, poiché a lui non sarebbe toccata che “un’eredità” di un sistema in piedi da anni, che dai tempi di Silvius Magnago veniva amministrato in questo modo.
Il Presidente sostiene di aver ottenuto spesso a fine mese conguagli molto minori rispetto alle somme anticipate da lui stesso per spese collegate al suo incarico (le famose mance a bande e gruppi giovanili ai cui eventi prendeva parte come ospite d’onore), e di aver dovuto aggiungere di propria tasca qualche centinaia d’ euro a quei 72mila che gli verrebbero rimborsati ogni anno.
Nessuna truffa, insomma, tanto più che Durnwalder attingerebbe fondi primariamente dal suo portafogli, e non da depositi pubblici, e da quel conto riservato tenuto sotto controllo dal 1994, non è mai risultato nulla di sospetto.
Naturale, insomma, offrire qualcosa agli organizzatori di un ballo di Maturità, o a un gruppo di Schützen per un’esibizione; storicamente, nessuno ha avuto nulla da ridire se nel bilancio finale figuravano anche spese per piccoli quantitativi di frutta, o per una festa di compleanno a Castel Tirolo. Mentre la provincia si divide tra chi difende e chi accusa Durnwalder, e l’inchiesta prosegue tra mille dubbi da chiarire, non resta che sperare in un disegno di legge definitivo, che porti a una gestione più trasparente del denaro pubblico.
(nella foto, Luis Durnwalder; immagine da: www.wallstreetitalia.com)
Simona Peluso