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ROMA, 31 DICEMBRE 2014 – Innovazione, intelligenza, internet, ovvero il “fattore i”, sono le parole chiave sulle quali poggiare le migliori speranze per il futuro del sistema produttivo.
Le aziende che puntano sull’innovazione, con un occhio di riguardo per la ricerca e la diversificazione tecnologica, coinvolte attivamente nell’evoluzione verso il digitale, aprendosi all’e-commerce, sembrano rispondere meglio alla crisi economica, come nel caso delle start-up innovative.
Dal rapporto di Unioncamere - relativo al terzo trimestre 2014 - emerge che, complessivamente, «le startup innovative hanno registrato una produzione pari a quasi 184 milioni di euro nel 2013 (valore calcolato sulle quasi 1.400 imprese per le quali si dispone dei bilanci sull’esercizio 2013), mentre il reddito operativo complessivo è negativo pari a 40 milioni. Una delle caratteristiche peculiari delle startup innovative è l’elevato grado di immobilizzazione dall’attivo patrimoniale: il rapporto è pari al 30,6% ed è quasi dieci volte il rapporto medio delle società di capitale (3,4%)».
Alle start-up è dunque affidato il modello per il rinascimento dell’impresa italiana, un tema ampiamente dibattuto e che risolve solo in parte i problemi legati al tessuto produttivo nazionale.
Al calo di produzione industriale, di un quarto inferiore ai livelli di pre-crisi, va ad aggiungersi la restrizione dell’offerta del credito, unitamente alla ridotta disponibilità di finanziamenti verso le nuove imprese, penalizzate particolarmente in Europa rispetto agli Stati Uniti, dove le cifre investite sono di gran lunga superiori. La situazione italiana appare ancora più complessa, a causa della scarsità di fondi disponibili a sostegno dello sviluppo. Il recente rapporto del Cerved, dedicato alle principali protagoniste dell’economia italiana, ovvero alle PMI, le piccole e medie imprese - intendendo per tali, secondo la definizione della Commissione Europea, «le aziende con meno di 250 addetti e con un fatturato inferiore a 50 milioni di euro (o con un attivo inferiore a 43 milioni), che non ricadono nella definizione di microimprese» - evidenzia come nel Bel Paese, «A partire dal 2008, il tasso di uscita delle imprese dal mercato si è impennato, con gravi conseguenze per le PMI. Tra il 2008 e il primo semestre 2014 - si legge - , 13 mila PMI sono fallite, più di 5 mila hanno aperto una procedura concorsuale non fallimentare e 23 mila sono state liquidate volontariamente: complessivamente un quinto delle PMI attive nel 2007 è stato interessato da almeno una di queste procedure».[MORE]
Tuttavia, come anticipato nel titolo del presente editoriale, un nuovo anno è alle porte, con il suo carico di attese e promesse, e dall’ultima indagine di Unioncamere sembra che il «sentimento complessivo» per gli affari sia tornato positivo: «Quasi il 48% delle imprese del nostro Paese, interpellate da Unioncamere nell’ambito dell’Eurochambres Economic Survey 2015, l'indagine realizzata ogni anno dai sistemi camerali europei, confida in una sostanziale stabilità degli affari, il 27,7% invece ritiene che le cose andranno meglio mentre un ulteriore 24,4% si mostra pessimista».
«Le nostre imprese, soprattutto quelle internazionalizzate, sperano davvero che il 2015 sia l’anno conclusivo di questa lunga e difficile crisi», ha commentato Ferruccio Dardanello, il presidente di Unioncamere. «Quest’anno l’Italia - ha aggiunto - avrà appuntamenti importanti, primo tra tutti l’Expò, una straordinaria vetrina che proietterà l’immagine del nostro Paese nel mondo. Mi auguro che essa contribuisca a rilanciare anche il mercato interno, che mostra ancora grandi segni di sofferenza».
Il clima di fiducia delle imprese verso la ripresa economica è confermato anche dall’Istat: per gli analisti dell’Istituto di statistica, a dicembre 2014 «l'indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat economic sentiment indicator), espresso in base 2005=100, è stabile, rispetto al mese precedente, a 87,6. Il clima di fiducia delle imprese migliora nel settore manifatturiero ed in quello del commercio al dettaglio; peggiora nel settore delle costruzioni e dei servizi di mercato».
Nella direzione di tali previsioni ottimistiche auguriamo Buon 2015!
P.S. In copertina, l’omaggio a un esempio vincente di piccola e media impresa italiana, il Pastificio dei Campi, che, con i “Campotti di Gragnano”, un formato di pasta speciale (da un progetto del food designer Mauro Olivieri), ha conquistato la Menzione d'Onore alla XXIII edizione del Premio Compasso d'Oro ADI - il prestigioso premio internazionale considerato l'Oscar del “design”.
Domenico Carelli
(Foto: pastificiodeicampi.it)