SPECIALE CHAPLIN: L'immortale Monello
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SPECIALE CHAPLIN: L'immortale Monello

sabato 16 aprile, 2011

 “Il monello” (The Kid) è un film muto interpretato, diretto e prodotto da Charlie Chaplin. Richiese diciotto mesi di lavorazione, dalla prima scena girata alla prima proiezione il 6 febbraio 1921.[MORE]

Questo film, in parte autobiografico, fu girato in un momento tragico nella vita privata di Charlie. Poco prima dell'inizio della lavorazione perse il primo figlio, Norman Spencer, avuto dalla prima moglie Mildred Harris. In seguito anche il matrimonio fallì proprio nel corso della lavorazione del film. Fu a causa di questo divorzio che l'opera rischiò di non uscire e di finire sotto sequestro unitamente ai beni di Chaplin..

“Il Monello” inizia, naturalmente, con i titoli di testa ai quali è aggiunta una frase : ”Un film che vi farà ridere e forse piangere”. Un’anticipazione di quello che lo spettatore dovrà aspettarsi da questo film . E così sarà. Un alternarsi continuo di commozione, tenerezza e risate.

La trama: Una ragazza madre (Edna Purviance) è costretta ad abbandonare la sua creatura…Il bebè finisce nelle braccia di Charlot (vetraio vagabondo) Sarà lui a prendersene cura. Il neonato cresce e diventa un simpatico monello (Jackie Coogan, lo zio Fester nel telefilm degli Addams). Fra il vagabondo e il monello c’è una fruttuosa e divertentissima società: il monello tira sassate contro i vetri delle case e il vagabondo/vetraio che “ casualmente” passa di lì viene subito chiamato per fare le riparazioni. La vita scorre “tranquilla” fino a che l’unione fra i due è messa a repentaglio dalle istituzioni che si adoperano per separarli e Il bambino alla fine viene sottratto in maniera rocambolesca a quella vita. Charlot riesce poi a ritrovare il monello ed a tenerlo con se fino al ritorno della madre che, nel frattempo diventata ricca e famosa, si prenderà cura sia del piccolo bambino che del piccolo vagabondo. Un lieto fine anticipato, come si è detto, dalla frase contenuta nei titoli di testa….perché si può ridere ma anche piangere di gioia.

“Il Monello” è un’opera che vive interamente la sua poesia con sguardi, movimenti e situazioni dove ogni parola sarebbe vana, unendo il sorriso alla lacrima con lo stesso tono musicale e armonizzando qualsiasi situazione. Chaplin dimostra la grande capacita di vedere gli aspetti della vita attraverso gli occhi di un bambino che sono li stessi di un adulto purché quell’adulto sia un tenero sognatore.

Indimenticabili molte sequenze del film tra cui quella del sogno del vagabondo/Chaplin. Un’onirica e suggestiva rappresentazione resa in modo magistrale ma ancor più apprezzabile per la sua realizzazione tecnica, effettuata con mezzi assolutamente artigianali.


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