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MADRID, 25 LUGLIO 2011 – Barcellona, Bilbao, Valencia, Cadice. Queste alcune tra le maggiori città da cui sono partiti il 25 giugno scorso i manifestanti “Indignados”, per raggiungere finalmente due giorni fa la Puerta del Sol di Madrid, carichi di racconti, esperienze, testimonianze, speranze ed anche quella rabbia senza la quale non è possibile alcun tipo di cambiamento. [MORE]
Crisi economica, tasso di disoccupazione che ha superato il 21%, incapacità del governo, prospettive pessime per giovani e studenti. Elementi che accomunano molti Paesi europei. Ma gli Spagnoli hanno detto basta, a partire da quel fatidico “15 de mayo” che ha dato avvio a questa protesta che non ha intenzione di arrendersi. La “Marcha Popular Indignada”, questo lungo cammino di circa 500 Indignados, è l’ultima delle sempre pacifiche iniziative messe in atto da questa colorata, festosa ed arrabbiata folla. “Abbiamo camminato lentamente per incontrare ed ascoltare le persone trovate sul nostro percorso. C’è chi ci ha mostrato posti bellissimi messi a rischio dalla speculazione edilizia, fiumi talmente inquinati da diventare gialli e poi completamente neri”, ha raccontato un partecipante. E poi ancora un altro: “Vogliamo conoscere il Paese e quello che non ci viene raccontato dai media, come il problema di tutte queste persone che rischiano di perdere la casa perché non possono pagare il mutuo”.
“Europa escucha esta es nuestra lucha”. Molti dei giovani studenti e disoccupati che hanno camminato fino a Madrid, pensano ora di raggiungere Bruxelles. “Vogliamo arrivare lì agli inizi di ottobre”, dichiara una ragazza. Inoltre, per il 15 di ottobre è previsto n giorno di protesta internazionale. E dato che tutto il mondo è paese speriamo che i problemi spagnoli possano aiutare ad eliminare totalmente i paraocchi dei cittadini italiani e a far nascere nei loro cuori lo stesso sentimento passionale ed indignato.
Filomena Maria Fittipaldi