Soppressione tribunali minorili, Sibilia:"Bene retromarcia, ma metodo sbagliato"
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Soppressione tribunali minorili, Sibilia:"Bene retromarcia, ma metodo sbagliato"

giovedì 5 dicembre, 2013

ROMA, 5 DICEMBRE 2013 - Il deputato avellinese del Movimento Cinque Stelle Carlo Sibilia si è espresso positivamente in merito alla parziale retromarcia del governo rispetto alla soppressione dei cosiddetti tribunali minori, apprezzando l'esito raggiunto in Commissione Giustizia al Senato.

«Manifesto il mio apprezzamento - si legge nella nota stampa - per l’esito raggiunto in Commissione Giustizia al Senato, che ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive tese ad assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari italiani. In questi mesi abbiamo posto in essere tutti i passaggi istituzionali possibili, facendoci portavoce in Commissione delle istanze delle comunità di Sant’Angelo dei Lombardi e di Ariano Irpino. Finalmente quei partiti, autoreferenziali e disinteressati delle sorti dei cittadini, sono tornati sui propri passi per tentare di porre rimedio ad errori grossolani, più volte denunciati dal M5S, ma, in linea generale, il metodo utilizzato per affrontare e risolvere i problemi dei territori, della giustizia e dei tagli di spesa è politicamente discutibile e per nulla efficace».[MORE]

Dello stesso parere anche il senatore del M5S Enrico Cappelletti, componente della Commissione, il quale ha dichiarato:«Lo schema di decreto legislativo, nel testo sottoposto al parere, ha contenuti assai scarni e induce a un giudizio piuttosto negativo sull'operato del Governo, che sembra voler insistere in una opera di definizione della geografia giudiziaria che non è certo ispirata a fornire un'offerta di giustizia improntata al principio di prossimità territoriale. Anche da parte della Commissione è mancata un'effettiva attività istruttoria che consentisse di ascoltare le categorie direttamente interessate dai riflessi della riorganizzazione degli uffici giudiziari sull'esercizio dei diritti dei cittadini. Rimane poi il segno di una riforma complessiva che determinerebbe comunque la soppressione di circa 1.000 uffici giudiziari, anche a scapito dei presidi di legalità che rendono possibile la percezione della presenza dello Stato nel territorio».

Nicola Capolupo


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