Soldi sottratti a migranti salvati in mare, accuse a militari
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NAPOLI, 14 MAGGIO 2015 - Un sergente della Marina Militare è stato accusato di appropriazione indebita di denaro e oggetti di valore di migranti siriani soccorsi in mare. Altri 7 militari del suo equipaggio, sono finiti sotto inchiesta per violata consegna e per averlo agevolato. Questa è la conclusione dell’inchiesta, rivelata oggi dal Tg La7 Cronache, condotta dalla Procura Militare di Napoli su un episodio avvenuto tra il 25 e il 26 ottobre 2013 sulla nave Chimera nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum a circa 45 miglia Sud-est da Lampedusa. Per gli otto militari, tutti della Brigata San Marco secondo Reggimento Brindisi, il pubblico ministero Marina Mazzella, della Procura Militare di Napoli, ha chiesto il rinvio a giudizio.
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Il principale imputato è il sergente Massimo Metrangolo, 38 anni, accusato di peculato. Si sarebbe, infatti, fatto consegnare dai migranti soldi (almeno 34.850 euro e 26.354 dollari Usa) e oggetti preziosi, tra cui anche un anello nuziale, disattendendo tra l’altro le disposizioni secondo le quali si sarebbe dovuto limitare a ritirare soltanto eventuali armi e materiale pericoloso. Gli oggetti sequestrati furono riposti in buste non siglate e ai migranti fu ordinato, mentre venivano perquisiti, di distogliere lo sguardo edi restare inginocchiati verso il mare.
(foto:internazionale.it)
Filomena I. Gaudioso