Società sportive a rischio: ASD/ SSD
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Società sportive a rischio: ASD/ SSD

domenica 13 settembre, 2020

Nel nostro Paese, le Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche (ASD/SSD), affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali (FSN), sono oltre 63 mila, i centri sportivi circa 100 mila e gli Operatori, Dirigenti e Tecnici Sportivi che lavorano in questo ambiente sono oltre un milione.

Lo sport di base e il dilettantismo, quindi, sono le fondamenta dello sport italiano e purtroppo, sono proprio queste le realtà a rischio per la pandemia Covid-19 che ha messo in ginocchio tutti i settori, senza risparmiare quello dello sport. Anche se il dibattito ultimamente è incentrato prettamente sullo sport di alto livello, tra cui la Serie A di calcio, non si può e non si deve ignorare il mondo amatoriale e semi-professionistico.

Le Società Sportive, non dispongono di accantonamenti per far fronte alle perdite economiche dovute alla chiusura degli impianti e alla mancanza di iscrizioni, perché, essendo società senza scopo di lucro per definizione, il loro sistema economico è l’autofinanziamento: con le entrate, si coprono tutte le spese ed in caso di surplus di gestione, si reinveste nella società stessa per apportare miglioramenti, quindi, una ASD o SSD non ha mai scorte economiche per far fronte a crisi impreviste.

Il via libera all’attività sportiva, è stata subordinata al rispetto delle linee guida emanate dall’Ufficio per lo Sport, ma gli Organismi Sportivi hanno avuto il compito di emanare appositi protocolli attuativi per il contrasto e per il contenimento del rischio contagio del virus a tutela della salute degli atleti, dei gestori degli impianti e di coloro che frequentano i luoghi dell’attività.
Se l’emergenza sanitaria, come ritengono gli esperti, ci accompagnerà per i prossimi mesi, per le società sportive si prospetta un calo di presenza media di circa il 60 o addirittura 70%. Queste stime allarmano il mondo dello sport dilettantistico che richiede ulteriori aiuti da parte dello Stato perché quelli previsti dal Decreto-legge “Cura Italia” non bastano.

Il Ministro Spadafora, si è scusato per i ritardi nell’erogazione del bonus ai collaboratori sportivi ma “non eravamo pronti a fronteggiare un’emergenza di questa entità e sono emersi molti dei problemi e delle difficoltà che il mondo dello sport ha da sempre e che in tempi normali nessuno ha mai affrontato”.
Ha continuato annunciando la presenza di 20 milioni in più per il servizio civile, ricordando le linee guida per la ripartenza per gli sport di squadra, individuali e sport di base.

Al mondo dello sport è stato destinato quasi un miliardo di euro e Spadafora, ha concluso, facendo un appello al Parlamento Italiano: “le forze politiche che dicono di avere a cuore il mondo dello sport hanno la possibilità di migliorare il decreto e aggiungere altre risorse”.

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Dott.ssa Annapaola Biondo e Dott.ssa Nunzia Spaltro


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