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SIRTE, 21 OTTOBRE 2011- Sembrava fosse finita la fuga di Saif al-Islam Gheddafi, il figlio del Raìs scappato dalla Libia verso il confine con il Niger.
“Verrà mostrato alle telecamere dopo che avremo fasciato le sue ferite”, avevano annunciato i ribelli del Consiglio nazionale transitorio (Cnt). J. M. Sommarstrom, giornalista della tv svedese, aveva postato un tweet in cui raccontava che il Saif aveva perso un braccio ed era gravemente ferito; ma in serata è arrivata la smentita del Cnt di Zliten:[MORE] “Non si hanno al momento notizie certe riguardo alla sorte del secondogenito del Colonnello, anzi le precedenti notizie sono false”.
Mentre si cercano di capire i risvolti del giallo, le autorità libiche, nonostante la tradizione islamica preveda che la sepoltura venga effettuata nell'arco di 24 ore dalla morte, hanno deciso di rinviare la sepoltura di Muammar Gheddafi sino a quando non giungerà in Libia una squadra di esperti forensi incaricata dal Tribunale penale internazionale (Tpi). “Dobbiamo ancora fare dei test del Dna. Potrebbero volerci due giorni”, ha dichiarato Fathi Ali Bashaagha, portavoce del Consiglio militare di Misurata. Intanto emergono nuovi particolari sulle ultime ore del Colonnello che alimentano dubbi sulla versione ufficiale fornita ieri dal Cnt. “Pare ci siano quattro o cinque versioni sulla sua morte”, ha dichiarato oggi l'Alto commissariato Onu per i diritti umani, chiedendo l'apertura di un'inchiesta.
Domenica a Bengasi Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio nazionale di transizione, procederà alla dichiarazione ufficiale della liberazione della Libia.
Sara Marci