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- Damasco, 19 apr. - Seconda notte consecutiva di violenza a Homs, nel nord della Siria, dove le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere le circa ventimila persone che si erano concentrate in piazza al-Saa, la principale della citta', trasformata in un sorta di tendopoli, dove avevano dato vita a un enorme sit-in in segno di protesta contro l'uccisione, tra le stessa Homs e la vicina Talbisa, di almeno diciannove dimostranti e il ferimento di ulteriori cinquanta 24 ore prima. [MORE]La nuova repressione da parte del regime di Bashar al-Assad contro i contestatori e' stata denunciata da attivisti siriani per i diritti umani in esilio, raggiunti telefonicamente. "Il sit-in e' stato disperso con la forza, c'e' stata una massiccia sparatoria", hanno riferito. I manifestanti hanno di nuovo duramente criticato il discorso con cui Assad sabato scorso aveva promesso entro la settimana in corso la revoca dello stato di emergenza in vigore dal 1963, ma senza fissare date precise ne' annunciare altre riforme, ammonendo anzi che le nuove norme non sarebbero state meno severe nei confronti dei "cospiratori". La folla ha chiesto invece le sue dimissioni, la scarcerazione di tutti i prigionieri politici e la fine degli arresti arbitrari. Per tutta risposta in serata il ministero dell'Interno ha avvertito che stronchera' senza esitazioni la "rivolta armata" che a suo dire metterebbe a repentaglio la stabilita' nel Paese arabo, imputandola a non meglio precisati "gruppi salafiti", le cui "attivita' terroristiche non saranno tollerate".