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DAMASCO, 21 DICEMBRE 2011 – Continuano i violenti scontri tra gli oppositori al regime di Assad e le forze dell’ordine. Ieri, almeno 111 civili sono stati uccisi a Kafrueid, nella regione d’Idleb, nel nordest della Siria. Si tratta del più grave bilancio dallo scorso luglio, quando ad Hama vennero uccise 139 persone.
Secondo le Nazioni Unite, sono più di 5000 le vittime della repressione contro le proteste anti-regime iniziate lo scorso marzo.[MORE]
L’annuncio arriva dall’Osservatorio per i Diritti umani siriano che già martedì sera aveva parlato di 37 morti fra i civili e di almeno 100 tra i soldati disertori, precisando di temere un massacro nel villaggio.
La strage è avvenuta mentre alcuni civili e militanti stavano tentando di fuggire dal villaggio situato nella regione di Jabal al-Zaouia. Finora sono state identificate solo 52 vittime e, sempre nella giornata di ieri, sono morti a Homs altri 12 civili per mano delle forze di sicurezza.
Secondo il Consiglio nazionale siriano (Cns), principale piattaforma di oppositori all’estero di cui fanno parte anche i Comitati di coordinamento locale degli attivisti in patria, in sole 48 ore sarebbero stati uccise ben 250 persone nel nordovest. In un comunicato, il Cns denuncia <<gli orrendi massacri compiuti dal brutale regime di Assad contro inermi civili a Jabal Zawiya>> e chiede una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu e della Lega Araba per fare luce sulle stragi compiute dalle forze regolari siriane.
Ma non è tutto, ieri, nei pressi di Homs, sono stati rapiti otto ingegneri di diverse nazionalità mentre si trovavano sul bus aziendale che li portava al luogo di lavoro. Gli ingegneri lavoravano alla centrale di Jandar, nella zona industriale alla periferia della terza città siriana. La notizia è stata confermata dall’ambasciata iraniana a Damasco.
Secondo il quotidiano Haaretz, il presidente siriano Bashar Al Assad sta incominciando a perdere il controllo del suo esercito. Circa 10mila soldati hanno abbandonato le file dell’esercito regolare, probabilmente inorriditi dai continui massacri, per unirsi ai rivoltosi. Nonostante gli alti gradi restino fedeli al regime, i gradi inferiori dell’esercito siriano stanno disertando in massa e in alcuni casi intere unità hanno lasciato le caserme.
Nonostante la diffusione internazionale dei continui massacri, pare che il presidente Assad voglia dare una parvenza di legalità. Giovedì, infatti, dovrebbero arrivare in Siria i primi osservatori della Lega Araba, che vuole mettere fine a nove mesi di spargimenti di sangue. Lo ha annunciato il segretario generale della Lega, Nabil Elaraby. Altri 150 ispettori sono invece attesi entro fine mese. Gli attivisti si dimostrano, però, scettici sul reale impegno di Assad a rispettare il piano sottoscritto con la Lega Araba che, nel caso venga applicato, potrebbe rafforzare gli oppositori al regime.
La crisi in Siria <<si sta internazionalizzando>>, sostiene il ministro degli Esteri Giulio Terzi, e questo rappresenta <<un’evoluzione abbastanza promettente>>. Stamattina Terzi è intervenuto telefonicamente alla trasmissione “Radio anch’io” su Radio1, e ha affermato che resta la <<grandissima preoccupazione sugli aspetti umanitari: ci sono ormai campi profughi di migliaia di persone in Libano e Turchia>>. <<Vogliamo –ha concluso- continuare a fare ogni azione possibile, come Italia e come europei, per fermare le violenze sulle donne e sui bambini, comportamenti intollerabili>> in Siria <<ma anche in altri paesi come l’Egitto>>.
Gaia Seregni
(fonte foto: lettera43.it)