Sicilia: il commissario dell'Irsap Cicero subisce intimidazione. La solidarietà di Crocetta
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PALERMO, 6 AGOSTO 2013 - Ieri sera, il commissario straordinario dell’Irsap (Istituto regionale per le attività produttive), Alfonso Cicero, ha subito un grave atto intimidatorio. Dinanzi la porta della sua abitazione, difatti, è stata posizionata una valigia all’interno della quale gli artificieri hanno trovato due bottiglie contenenti liquido infiammabile e delle bombolette di gas da campeggio.[MORE]
L’intimidazione, che è stata immediatamente denunciata alla polizia di Caltanissetta, città dove il commissario dell’Irsap risiede, è riconducibile, con ogni probabilità, alle numerose iniziative e denunce che da anni Alfonso Cicero conduce sul rischio di infiltrazioni mafiose nelle Asi (Consorzio per l'area di sviluppo industriale) di Agrigento, Caltanissetta ed Enna.
Ipotesi che trova, peraltro, conferma anche nelle parole dello stesso: «Si tratta dell’ennesimo avviso intimidatorio – ha affermato Cicero – questa volta però hanno scelto di farlo in maniera drammaticamente esplicita, aggredendo anche la serenità della mia famiglia. Non posso non legare questo atto alla mia attività di commissario dell’Irsap, alle decine di esposti e denunce con cui ho toccato i nervi scoperti di certi affari che legano da sempre politica, mafia e lobby affaristiche».
Non sono mancati gli atti di solidarietà da parte del mondo istituzionale e politico. Tra l’altro, questa mattina, proprio come atto di solidarietà nei confronti del commissario Cicero, il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha convocato una conferenza stampa presso la sede dell’Asi di Palermo, nel quartiere di Brancaccio.
Durante la conferenza, alla quale era presente lo stesso Alfonso Cicero, il presidente Crocetta ha affermato: «Cicero in questi anni ha colpito interessi illeciti, che riguardano storie terribili di turbative d’asta dove sono implicati politici e dirigenti delle Asi e sono coinvolti soggetti mafiosi. Storie di terreni regalati alla mafia – ha spiegato Crocetta – ma anche una storia triste di chi, come Cicero, ha presentato 30 denunce in questi anni per fare pulizia contro soggetti mafiosi in quasi tutte le province ed è rimasto solo. Le intimidazioni a Cicero – ha aggiunto – non sono mai state rese note così come le sue denunce. Se continua così gli finirà come quel funzionario dell’assessorato alla Famiglia ucciso senza che si sapesse bene il perché».
Ha preso poi la parola lo stesso commissario dell'Irsap che ha espresso la propria intenzione di perseverare nel lavoro fin qui svolto: «voglio continuare a dare il mio contributo nonostante tentativi violenti di discredito e diffamazione, anche da parte della stampa. Mi è arrivata – ha affermato Cicero – un’ulteriore intimidazione, ancora più suggestiva delle altre. Ieri ho pensato di dimettermi perché ho visto la mia famiglia, i miei figli, preoccupati. Ma c’è la situazione delle vecchie Asi su cui fare piena luce, con forti irregolarità e debiti per oltre 300 milioni di euro, 50 dei quali solo ad Agrigento».
Ma dal presidente Crocetta non sono mancate dure parole contro la stampa che è rea, a suo dire, di attaccare in maniera inopportuna chi combatte il malaffare: «certa stampa deve dire da che parte sta, non è possibile che mentre c’è chi attacca la mafia e fa una battaglia civile che dovrebbe vedere impegnati tutti i siciliani e anche l’informazione siciliana, c’è una parte di questa che gioca sporco. Lo scontro – ha aggiunto Crocetta – è con la mafia, presente ovunque, alla formazione, alla sanità, alle attività produttive».
E se l’atteggiamento da parte della stampa non dovesse cambiare, per il presidente della Regione Sicilia le conseguenti querele saranno inevitabili: «Non è un giochetto da ragazzi quello che stiamo facendo, qualcosa per cui si possa sfottere anche indicibili, come se il giornale non avesse responsabilità sui commenti pubblicati. Ci sarà una querela al giorno e dopo ognuno si assumerà le sue responsabilità di fronte alla legge».
(Immagine da livesicilia.it)
Giovanni Maria Elia