Sicilia, Ars, indagine su "spese pazze": 98 inquisiti, chiesto rinvio a giudizio per 13 capigruppo
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Sicilia, Ars, indagine su "spese pazze": 98 inquisiti, chiesto rinvio a giudizio per 13 capigruppo

mercoledì 15 luglio, 2015

PALERMO, 15 LUGLIO 2015 - La Procura di Palermo sta indagando su numerosi deputati ed ex deputati siciliani che si sarebbero macchiati di peculato. Tredici le richieste di rinvio a giudizio e 40 i politici ancora sotto indagine.[MORE]

"SPESE PAZZE" PER GLI EX DEPUTATI

Sarebbero tredici le richieste di rinvio a giudizio inoltrate dalla Procura di Palermo ad altrettanti politici siciliani, deputati regionali, accusati di peculato. L'inchiesta sulle "spese pazze" verificatesi al Parlamento regionale siciliano, è stata oggi chiusa dalla Procura. In due anni di indagine, sono state attenzionate le posizioni di ben 98 politici, deputati in carica ed ex deputati, dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, i pm Sergio Demontis, Luca Battinieri e Maurizio Agnello. I tredici politici verso cui è stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio, sono ex capigruppo dell'Assemblea Regionale Siciliana (Ars): Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini, Cateno De Luca e Cataldo Fiorenza e Salvo Pogliese. Proprio Pogliese è, attualmente, eurodeputato, per Forza Italia.

45 "ESCLUSI" E ALTRI 40 INDAGATI

Dai 98 nomi, inizialmente, coinvolti, sono stati depennati circa 45 politici, parlamentari ed ex parlamentari, tra cui il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, il capogruppo del Pd Antonello Cracolici, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, Bernardo Mattarella, nipote del Presidente della Repubblica, Giuseppe Lupo, ex segretario regionale del Pd, e l’ex governatore siciliano Raffaele Lombardo. Le indagini, però, proseguono per altri 40 politici accusati di aver utilizzato fondi regionali, precisamente dei gruppi parlamentari, per scopi personali.

"UN LAVORO COMPLESSO E ARTICOLATO DELLA GDF"

A condurre le indagini, sin dalle prime battute, la Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore Agueci "il lavoro non è ancora finito, alcune posizioni rimangono iscritte. Il criterio adottato è stato che tutto quello che fosse finalizzato agli interessi del gruppo è stato ritenuto giustificabile sul piano penale. Dove, invece, abbiamo visto che c’erano spese risultate di carattere personale, abbiamo proceduto con la richiesta di rinvio a giudizio. Abbiamo adottato, nell’escludere le posizioni, che sono state archiviate perché abbiamo visto che erano spese che non avevano caratteristiche di interesse personale". All'interno della richiesta di rinvio a giudizio, si legge "l’analisi dell’ampia documentazione, il vaglio delle giustificazioni offerte dagli indagati, l’interpretazione sistematica delle norme di legge e di regolamento in materia, ha condotto questo Ufficio, in conformità, peraltro, alle determinazioni assunte da tutte le Procure della Repubblica che si sono trovate ad occupare di analoghi fenomeni nel resto del territorio nazionale, a far ritenere giustificabili, quantomeno in punto di elisione dell’elemento soggettivo del reato di peculato, le spese sostenute per l’acquisto di alcune tipologie di beni o servizi".

DIABOLIK ALL'ARS

Tra le spese registrate nei conti dell'Assemblea Regionale Siciliana, numerosi articoli di natura di certo non istituzionale, come l'acquisto di una borsa Louis Vuitton, profumi, cravatte, soggiorni di lusso e alcune copie del rinomato fumetto Diabolik. Notizia che ha suscitato il colorito commento di Cracolici, ormai non coinvolto nell'indagine, "un deputato siciliano si è fatto rimborsare l’acquisto del fumetto Diabolik dall’Assemblea regionale siciliana? Penso sia un coglione”.

Fonte foto: corrierequotidiano.it

Ilary Tiralongo


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