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Riceviamo e pubblichiamo
Seppur con tutti i distinguo del caso, il grave avvelenamento del territorio avvenuto nel 1976 a Seveso ha insegnato ben poco a noi tutti, visto che nel cuore della Calabria c’è, ormai da quattro anni, un mare di rifiuti che brucia e produce quotidianamente diossina. Non vorremmo vedere i nostri conterranei diventare “cavie da laboratorio” involontarie, come gli abitanti di Seveso, per studiare gli effetti devastanti delle diossine sull’organismo umano. Tutto ciò sta avvenendo, senza che nessun amministratore, politico o un ente preposto alla tutela della salute pubblica abbia chiesto,[MORE] quanto meno, un controllo dei gradi di diossina presenti nei fumi che fuoriescono dallo stabilimento SETECO e di quanto l’ambiente circostante sia contaminato da questo insieme di sostanze cancerogene, paragonabili se presenti in alte quantità a veri e propri gas nervini, in grado di causare tumori e malformazioni, soprattutto nei nascituri e nei bambini costretti a respirare quei fumi. La manifestazione di protesta davanti Palazzo Alemanni di venerdì prossimo, è il minimo che si possa fare, visto che intere famiglie e una vasta area di territorio sono costrette a vivere sotto la minaccia delle diossine generate dall’autocombustione dei rifiuti rimasti nel padiglione SETECO sequestrato nel 2006. “Io resto in Calabria” sosterrà le iniziative di quei gruppi di coraggiosi cittadini, che hanno deciso (finalmente) di combattere contro questo eco-mostro che rischia di uccidere ogni prospettiva di futuro per l’area investita dai nauseabondi fumi. E chiede alle autorità preposte di intervenire in maniera decisa e rapida, per evitare che dalla scarsa considerazione di quanto sta avvenendo, possa nascere l’ennesimo disastro ambientale che deturpi la nostra amata terra, con danni sanitari ingenti anche per tutti i cittadini che vivono nelle zone limitrofe, visto che le diossine (purtroppo) portate dal vento sono capaci di inquinare e fare danni anche a molti kilometri di distanza dal sito SETECO. Ci auguriamo che quei fumi siano solo nauseanti e nulla di più, ma purtroppo, la scienza insegna che dall’autocombustione dei rifiuti non può nascere nulla di buono, per questo chiediamo l’immediata bonifica del sito e un’indagine approfondita delle ricadute su territorio e cittadini di quanto accaduto negli ultimi 4 anni.
Associazione “Io resto in Calabria”