Sesto appuntamento con GrooveOn Unplugged: intervista ai Nimby
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CATANZARO, 27 MARZO 2015 - Ritorna questa sera l'appuntamento mensile con "GrooveOn Unplugged - rassegna di musica calda" organizzata dalla rubrica GrooveOn in collaborazione con il Corto Maltese Pub. La rassegna che ospita band emergenti in versione acustica è giunta al sesto appuntamento. Ospiti di questa sera saranno i Catanzaresi NIMBY (qui avevamo parlato in esclusiva dell'uscita del loro video Cinema) che per la prima volta si esibiranno in trio e in versione acustica. Anche questa sera sarà presentato il disegno di Giulia Cosco, prodotto ad hoc in serie limitata e numerata.
Lo spettacolo inizierà alle ore 23:00 puntuali e sarà interamente gratuito.[MORE]
Di seguito l'intervista ad Aldo Ferrara, chitarrista dei Nimby.
- Chi Sono i Nimby? Raccontatevi a chi ancora non vi conosce.
Beh, è da un po’ che ci chiediamo chi siamo e da dove veniamo, ma, soprattutto perché ancora suoniamo insieme (risata), cos’è che ci spinge a comporre e ad incentivare inquinamento acustico? Quello che sappiamo è che siamo un gruppo di amici provenienti dall’ambiente calabrese underground, accomunati dalla passione per la musica rock, e che hanno bisogno di esprimere in musica ciò che ritengono bello e prezioso per la loro vita. Il “bello”, elemento necessario per dare un senso, una direzione alla nostra vita, infatti, trova sbocco secondo noi nelle forme poetiche del canto e dell’arte in generale. E dato che gli strumenti che la vita ci ha dato a disposizione per soddisfare questa nostra esigenza sono quelli musicali, cerchiamo di fare il nostro meglio attraverso le nostre canzoni. Riguardo al genere che suoniamo non ci piace offrire una definizione standardizzata, tant’è che ci sentiamo a nostro agio con l’appellativo di band “rock”, questo ci basta e ci avanza. Alcuni ci definiscono alternative o rock-progressive, forse per le strutture “evolutive” dei nostri brani. Tuttavia, non ci consideriamo musicisti virtuosi. La nostra musica è incentrata più sulla catarsi della c.d. botta sonora che la coralità di sei elementi può offrire.
- Quanto è importante per voi il rapporto artista-pubblico?
Per noi il rapporto con il pubblico è fondamentale, proprio perché siamo una band rock. La riuscita di un buon live dipende tanto dalle interazioni che la band riesce ad ottenere col pubblico. Il pubblico è composto da persone alle quali siamo grati innanzitutto perché stanno dedicando tempo della loro vita per cercare di capire cosa c***o vogliamo dirgli e vedere se abbiamo qualche cosa da condividere. Non ci sentiamo adatti a quei locali in cui il gruppo funge solo da scenario, da cornice della serata, proprio perché vogliamo mettere la musica e l’arte in primo piano, chi ha orecchie intenda.
- In cosa consisterà la vostra esibizione a GrooveOn Unplugged?
Quando Saso ci ha invitato a partecipare alla rassegna, all’inizio non sapevamo bene se partecipare, principalmente perché siamo un gruppo dalla spiccata vocazione elettrica; quindi, l’ipotesi di suonare senza batteria e basso, rispettivamente cuore e polmoni della band, ci faceva sentire più “nudi” e disarmati. Tuttavia, abbiamo deciso di scarnificare i nostri brani, arrivando all’essenza di ogni singola composizione; alla fine, abbiamo fatto di necessità virtù. Per quanto riguarda la scaletta della serata al Corto Maltese, questa riserverà delle sorprese. In linea di massima, cercheremo di suonare tutti i brani dell’album “Not In My Back Yard”, e raccontare più o meno la loro genesi, passando per qualche tributo ad artisti che hanno segnato la nostra formazione.
- Che esperienza è stata musicare il documentario sulla vita del poeta Gregory Corso?
Per le composizioni inedite si è impegnato principalmente, Aldo Ferrara, il nostro chitarrista che, con la collaborazione preziosa degli artisti Francesco Leone e Arco Parentela (anche lui un ex Nimby) ha cercato di cogliere gli aspetti più intimi del poeta beat. Per noi, invece, in questo cammino è stato molto interessante trovare delle affinità con la poetica di Corso; a dire la verità, prima di ricevere l’invito del regista Matteo Scarfò, che ha scelto addirittura quattro brani del nostro album omonimo, non conoscevamo profondamente né la vita e né la figura umana del poeta. Nonostante questo, Tommy, il cantante, si è ritrovato molto con l’attitudine delle sue liriche e tutti i brani selezionati per la soundtrack riscontrano delle assonanze con il messaggio di libertà e di ricerca del “Vero” che Corso ha intrapreso durante la sua vita piena di grandi sofferenze, sregolatezza, ma anche genialità mistica. Basti pensare che il singolo “Thin Lines Among Them” ha tratto ispirazione dal film Fahrenheit 451, di Truffaut, che racconta quanta umanità si può celare tra le righe di un romanzo. Comunque, cogliamo l’occasione per fare i migliori auguri al regista perché il 4 maggio ci sarà la prima proiezione a Roma del documentario.
(Salvatore Saso Signoretti)
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