Sequestrano e rapinarono due ventenni, due arresti a Mestre
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MESTRE (VE), 26 dicEMBRE - I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Venezia e della Stazione di Vigonovo, nella prima mattinata di oggi 22 dicembre 2018, hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e di obbligo di dimora, emessa dall'Ufficio Gip del Tribunale di Venezia, a carico di due persone responsabili di sequestro di persona e rapina a mano armata ai danni due ventenni. Gli arrestati sono un un pregiudicato di origine rumena di 29 anni e un ventunenne incensurato di origine veneta. Il fatto era avvenuto in concorso con altri quattro soggetti (in corso di completa identificazione), a Mestre e Fosso' (Ve) Tre componenti della banda avevano sorpreso le due vittime a Mestre mentre erano in attesa del tram.
I due sotto la minaccia di una pistola e di un coltello venivano immobilizzate con fascette in plastica e costrette a salire a bordo di un'auto, quindi rapinate del proprio cellulare e portafoglio, quindi trasportate in un parcheggio nei pressi dell'aeroporto di Venezia. Li' i tre assalitori venivano raggiunti da altri tre complici a bordo di altra autovettura per poi spostarsi presso un casolare abbandonato di Fosso'. Qui le vittime venivano offese e percosse ripetutamente, al fine di far confessare loro una presunta rapina, che sarebbe stata consumata ai danni di una donna componente della banda. Gli aggressori brandivano anche una potente bomba carta, che veniva poi fatta esplodere all'esterno del casolare, richiamando l'attenzione di una persona che allertava la Polizia. Il movente sarebbe legato al mondo degli stupefacenti. Infatti, nel corso delle indagini e' stata altresi' accertata un'attivita' di spaccio di eroina da parte del soggetto destinatario della custodia in carcere.
Il piu' giovane dei fermati nascondeva in garage un "laboratorio" di materie esplodenti nonche' una "serra" indoor, artificialmente illuminata, per la produzione di marijuana. Rinvenute anche pistole lanciarazzi e alcune munizioni, oltre a 50 kg di materiale esplodente, ordigni e micce. Inoltre e' stato rinvenuto un manufatto esplosivo, con relativa miccia, a forma di parallelepipedo, comunemente conosciuto negli ambienti criminali con il nome "marmotta", dello spessore di un cm, del peso lordo di 122 gr, che normalmente viene utilizzato, mediante l'immissione nello sportello erogatore delle banconote, per far deflagrare i dispositivi bancomat.