Sel: "Contrari a lista con Tsipras, nostra collocazione ideale resta il PSE"
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CATANZARO, 11 MARZO 2014 - Intendiamo rendere pubblico quanto già reso noto ai vertici provinciali, regionali e nazionali del Partito (in data 8.3.2014 mediante la presentazione di un documento politico integralmente consultabile su https://www.facebook.com/CircoloPertiniCZlido), cioè il nostro totale dissenso rispetto le scelte e le decisioni assunte da SEL dal congresso nazionale sino al sostegno, ufficiale ed incondizionato, al candidato di Sinistra Europea, Alexis Tsipras, abbandonando il percorso intrapreso dal Partito, già dalla sua fondazione, verso la famiglia socialdemocratica europea del PSE.
Peraltro, la scelta di far predisporre ad un gruppo di 6 saggi la lista dei candidati per le elezioni europee del 2014 - senza alcuna discussione che garantisse, tra l'altro, la giusta ed adeguata rappresentatività territoriale - non è condivisibile, ma è consequenziale ad un cambio di linea del Partito nazionale che non condividiamo assolutamente.
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Occorre prendere atto che questa scelta e la composizione autonoma delle relative liste, la rinascita a livello locale di riallineamenti ed affiancamenti di vecchie compagini oramai arrugginite, determinano una riedizione delle precedenti esperienze fallimentari (tipo Sinistra Arcobaleno), o di qualcosa di molto simile e comunque di mera testimonianza. Anche il tentativo di parallelo tra la Sinistra italiana e l'esperienza di Syriza appare un accostamento politicamente superficiale e semplicistico.
Inseguendo vecchie suggestioni, che furono proprie del più grande partito comunista dell'Europa occidentale, SEL si è lasciata imbrigliare dalla nostalgia della militanza, superata anni orsono alla Bolognina. Non siamo a dire che bisogna rinnegare la militanza e la resistenza dei nostri nonni, gli scioperi, le lotte dei nostri padri, il sacrificio di tanti compagni caduti; al contrario, che oggi è obbligatorio, ed improrogabile, prendere coscienza che i prodotti partitici successivi di quella Sinistra – rissosi, settari, lontani dalla base e dalla nostra gente che abbiamo perso sempre di più, facendo il martirio della Sinistra e delle sue politiche - verso i quali stancamente e ciclicamente si tende e ritende, sono stati sconfitti dagli eventi e dalla storia.
SEL con questo cambio di rotta si preclude oggi l'occasione, non aderendo direttamente al PSE e decidendo di sostenere Tsipras piuttosto che Schulz (con l'incomprensibile e cervellotica definizione di Vendola sull'essere “terra di mezzo”), di essere in Italia l'espressione parlamentare più a sinistra in una credibile, reale e concreta alternativa di governo socialista e riformista, virando verso le espressioni partitiche di una Sinistra radicale che ha (legittimamente) finalità, aspirazioni, profili diversi da quelli di SEL. E se anche il risultato premiasse la lista pro Tsipras, l'ambigua e ibrida linea di SEL, che sostiene Tripras ma afferma di guardare comunque al PSE, delinea un futuro del tutto oscuro e privo di qualsivoglia progettualità politica.
Noi non vogliamo essere né minimalisti né massimalisti ma, pur guidati dal bagaglio culturale e politico che orienta la nostra testa e il nostro cuore, politicamente realisti. Non possiamo accettare di fare storicamente passi indietro se vogliamo dare un contributo per riaffermare il primato della Politica sui mercati e sui tecnocrati, e contro le politiche di austerity.
Il PSE si muove su questa direttiva e noi questa continueremo a seguire, ritenendo non condivisibile l'abbandono del progetto del PSE che ha guidato SEL fin dalla sua nascita. Perché l'economia globale richiede una democrazia sovranazionale. Una Unione politica e democratica è la condizione per poter dare all'Europa un modello di governance efficace e legittimo che, rivedendo le politiche di austerity, promuova stabilità, crescita e solidarietà, e dia a noi cittadini europei una voce e la possibilità di incidere sul mondo in cui viviamo. Martin Schulz afferma che se vogliamo difendere la nostra capacità di agire, abbiamo bisogno dell'Europa perché nessun Paese europeo è in grado, da solo e a livello nazionale, di domare i mercati e salvare la democrazia contro l'affermarsi, propugnato dalle destre europee, di un pensiero nazionalista e neoliberista che si è messo al servizio della finanza a scapito del lavoro e dell'economia reale.
Noi consideriamo questo cambio repentino di rotta come un grave errore e, pur rispettando la maggioranza della base del Partito che ha deciso questa linea, come anche i tanti compagni che si impegneranno in questa avventura, non la condividiamo e neppure faremo ipocritamente finta di nulla, perché portare avanti un progetto ha senso se ci si dedica anima e corpo e se ci si riconosce pienamente. Anima e corpo che abbiamo speso sempre in SEL, buttando spesso il cuore oltre l'ostacolo, e contribuendo quotidianamente e in modo concreto al radicamento territoriale del Partito, in una Regione difficile, problematica e scarsamente dedita alla partecipazione attiva e democratica.
Riteniamo, pertanto, non sostenibile la linea del partito nazionale e regionale. Non saremo parte attiva nella fase di raccolta firme per la lista "L'altra Europa con Tsipras", non faremo quindi parte di comitati, né spontanei né ufficiali, né ne sosterremo i candidati. È chiaro, dunque, che per il rinnovo del Parlamento europeo il nostro voto non andrà alla suddetta lista, ed è per onestà intellettuale e coscienza politica, che rinunciamo sin d'ora con a ricoprire cariche e/o funzioni di Partito; facendo valere il presente documento politico quale atto formale attestante le nostre dimissioni irrevocabili da ogni organismo partitico validamente costituito. In perfetta sintonia con la formazione culturale e politica di ciascuno ci impegneremo, convintamente, a sostenere la candidatura di Martin Schulz a presidente della Commissione dell'Unione Europea.
Notizia segnalata da SEL CATANZARO [MORE]