Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
FIRENZE, 11 LUGLIO- Sono trascorsi 16 anni dalla strage di Srebrenica. Anni strazianti che non sono bastati a ritrovare ed identificare tutti i corpi degli 8372 civili musulmani trucidati dalle truppe serbo-bosniache e a rendere giustizia alla memoria delle vittime. Oggi i resti di 613 corpi, rinvenuti nell’ultimo anno, saranno tumulati nel cimitero monumentale di Potocari, accanto alle 4.524 tombe già esistenti. [MORE]
Ma quest’anno qualcosa è cambiato per i familiari delle vittime poichè l’ex generale Ratko Mladic, il boia di Srebrenica, l’aguzzino che brindava prima e durante il massacro, arrestato il primo giugno scorso, è ora in carcere, in attesa di giudizio. Nel 1993 le Nazioni Unite dichiararono Srebrenica "zona protetta", in difesa della popolazione civile bosniaca in maggioranza musulmana, fu posto il contingente Onu, formato dalle tre compagnie olandesi Dutchbat I, II e III (600 uomini comandati dal colonnello Thom Karremans) ma quando le truppe di Mladic iniziarono l’ attacco i caschi blu non intervennero, lasciando via libera alla furia assassina dell’ex generale.
Il cinque luglio, una sentenza del Tribunale Penale dell’Aja ha riconosciuto per la prima volta la responsabilità dei Paesi Bassi per la morte di tre vittime del genocidio che “non avrebbero dovuto essere consegnate” ai militari di Mladic dal contingente olandese.
Un fatto gravissimo, di un’atrocità inaudita, commesso al di là del mar Adriatico, pochi anni fa, che per la brutalità è sicuramente paragonabile alle barbarie naziste della seconda guerra mondiale.
Per non dimenticare il massacro di Srebenica Amnesty International ha invitato gli italiani a donare un fiore, come gesto simbolico, da portare davanti l’Ambasciata di Bosnia Erzegovina a Roma. L’adesione è possibile fino le 11 di oggi.
Davide Scaglione