Seconda giornata Festa de L'Unità, dibattito sull'Area Vasta
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CATANZARO, 12 OTTOBRE 2015 - Il filo conduttore del dibattito su “Area Vasta e gli Enti locali” è il ruolo di Catanzaro, e la sua provincia che sarà trainante, e lo sviluppo dell’area centrale della Calabria, a partire dalla definizione del nuovo sistema delle autonomie locali affidata al consiglio regionale, che va oltre l’attuazione della legge di riforma denominata Delrio, ma anche ad una visione unitaria che il Partito democratico punta a costruire, non senza “concertazione” con forze sociali, imprenditoriali e culturali. Una delle tante riflessioni che diventano sfide da vincere per la classe dirigente democratica locale, tracciate nel corso della seconda giornata della Festa de l’Unità della Federazione provinciale di Catanzaro, che però ha dovuto fare a meno della presenza del sottosegretario alla Presidenza, Marco Minniti. Un confronto articolato che ha dato molti spunti su cui lavorare nell’immediato futuro facendo da stimolo all’azione regionale. [MORE]
A moderare il dibattito, a cui hanno partecipato il presidente della Provincia, e segretario provinciale del Pd Enzo Bruno, il presidente dei Piccoli Comuni calabresi e sindaco di Satriano, oltre che vice segretario vicario della Federazione Pd di Catanzaro Michele Drosi, il responsabile Enti locali della segreteria provinciale Tonino Barberio, i consiglieri regionali Arturo Bova e Tonino Scalzo, e il responsabile dell’organizzazione del Pd regionale, Giovanni Puccio, con i contributi di Pasqualino Mancuso e Tonino Tarantino.
“Parlando di città capoluogo, ieri, e oggi di Area Vasta, stiamo di fatto parlando del nuovo assetto della Regione – ha affermato il presidente della Provincia, Enzo Bruno -. Non possiamo non parlare della Area vasta e del nuovo assetto se non si parla di risorse, quelle che dovremo recuperare per attuare le funzioni affidate all’Ente intermedio, si chiami Provincia o si chiami Area Vasta, vale a dire viabilità, edilizia scolastica, ambiente e trasporti. Risorse che speriamo di trovare nel Patto di stabilità perché non possiamo pensare di garantire i servizi, cosa che stiamo facendo mantenendo una macchina funzionante a grandi livelli senza licenziare né mettere in mobilità i dipendenti, senza l’adeguato riconoscimento del ruolo di questo ente che mantiene il contato con il territorio. La Provincia ha mantenuto il principio di sussidiarietà – dice ancora Bruno – essendo l’ente intermedio di prossimità di cui sono i Comuni a non poter fare a meno perché dovrebbero sopportarne le competenze e le spese. Abbiamo lanciato un altro grande tema, non ci occupiamo di sterili polemiche”. Province, quindi, teoricamente abolite praticamente esistenti, funzionarie e necessarie tanto che, suggerisce ancora una volta il presidente Bruno “la vera riforma istituzionale doveva partire dalle Regioni, visto che questo ente ha fallito il compito affidato dalla Costituzione, quello di programmare e non gestire risorse”.
Di taglio di trasferimenti e ruolo dei Comuni, ma anche della difficoltà di procedere alla fusione degli stessi come prevede la riforma Delrio parla il presidente dei Piccoli Comuni calabresi, Drosi. “Nel momento in cui si tagliano i trasferimenti, ma nello stesso tempo si affidano nuove funzioni ai Comuni, come si possono affrontare queste incombenze senza risorse e personale? – si chiede Michele Drosi che invita a fare una riflessione anche sull’input che arriva per l’aggregazione dei Comuni -. Il default è dietro l’angolo, la situazione dei comuni è davvero irta di difficoltà. Sarebbe il caso di inserire degli elementi di premialità”. La riforma Delrio, insomma, suggerisce Drosi “andrebbe corretta”, soprattutto per il bene della Calabria. Il concetto di Area Vasta deve essere “riempito di contenuti”, suggerisce Tonino Barberio. “Sulla definizione del nuovo assetto degli enti locali, che non poggia solo sulle Unioni dei Comuni, siamo fortemente in ritardo – afferma Barberio -. L’Area vasta delineata dalla Delrio prevede un’area centrale unica con Catanzaro e Lamezia che diventano centri nevralgici con le loro peculiarità, ad esempio trasporti da una parte e servizi dall’altra. Il nostro Partito deve riflettere al proprio interno per produrre una proposta politica unitaria che interessi anche i comuni che ruotano attorno a questi grandi centri”.
“La Regione oggi ha il compito di essere al centro di tutte le problematiche, dalla programmazione sanitaria agli aspetti che interessano i Comuni ma non è produttivo per il territorio – riflette il consigliere regionale Tonino Scalzo -. Il Pd ha depositato una proposta di legge che vuole disegnare il futuro di una Regione che si presenta leggera, per far diventare l’Ente davvero di programmazione e controllo e delega gestionale agli enti locali, per fare questo dobbiamo essere pronti. Abbiamo troppe leggi, dobbiamo pensare ai testi unici che abbiano una loro omogeneità, anche in questo”. Il suggerimento che arriva da Giovanni Puccio è quello di agevolare il processo di riforma e il nuovo assetto degli enti locali partendo dalla ricostituzione della vecchia provincia di Catanzaro, si tratta comunque di “ragionare non solo dell’area centrale della Calabria, quanto delle prospettive del cuore della Calabria”.
Si parla, quindi, della riforma Delrio e della riforma costituzionale che il consigliere regionale Arturo Bova difende a spada tratta. “La legge 56/2014 definisce il nuovo assetto, il percorso è già tracciato, abbiamo la responsabilità di recuperare i ritardi per sistemare le autonomie locali calabresi – dice ancora Bova -. Ripartendo proprio dall’Area Vasta”. Catanzaro e Lamezia, quindi, devono riprendere il dialogo avviato qualche tempo fa nei rispettivi consigli comunali, ricorda Mancuso, e la responsabilità della programmazione territoriale provinciale resta in capo proprio al presidente della Provincia.
I protagonisti del dibattito sull’Area Vasta cedono, quindi, il passo ai segretari di circolo della città Pasquale Squillace, Giuseppe Risadelli, Lino Puzzonia e Maurizio Caligiuri, ai consiglieri comunali Lorenzo Costa, Nicola Ventura, Vincenzo Capellupo, a Tonino Benincasa, coordinati da Rosario Bressi e Pino Tomasello, per un proficuo dialogo con la città, sulla città. (di cui riferiremo nei prossimi comunicati)