Sebastiano Lo Monaco racconta se stesso durante l'intervallo "Il berretto a sonagli" di Pirandello
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Il noto attore Sebastiano Lo Monaco racconta se stesso durante l’intervallo del dramma “Il berretto a sonagli” di Pirandello
LAMEZIA TERME (CZ) 10 NOVEMBRE - Il noto attore Sebastiano Lo Monaco si racconta durante il brevissimo intervallo, tra il primo e secondo atto, del dramma “ Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello andato in scena al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme nell’ambito della nuova stagione teatrale organizzata da Ama Calabria, diretta da Francesco Pollice. [MORE]
Attraverso un rapido e serrato colloquio emergono alcuni passaggi biografici ed artistici atti a delineare i tratti essenziali della sua quarantennale carriera scandita da lusinghieri consensi a lui tributati dalle numerose platee teatrali d’Italia. Subito dopo l’intervista, il grande protagonista del “ Berretto a sonagli” Sebastiano Lo Monaco, insieme ai bravi attori Maria Rosaria Carli, Clelia Piscitello, Gianna Giachetti, Lina Bernardi, Rosario Petrix, Claudio Mazzenga e Maria Laura Caselli, ha continuato a proporre, ai numerosissimi spettatori, la storia di tradimento, dolore, amore, verità e finzione, intercalata da risate, ironia e sarcasmo e ambientata in una società dominata da ipocrisie e contraddizioni.
Vorrebbe dirci quando in lei sono scattati i primi segnali di un cambiamento della sua vita in direzione dello spettacolo?
Io ho cominciato a recitare da ragazzino nelle scuole: alle elemetari, alle medie, al liceo classico, in parrocchia quindi il segnale l’ho sempre avuto dentro fin dalla prima età.
Quando ha deciso di diventare attore professionista?
Dopo aver compiuto gli studi al liceo, ho frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico a Roma nel 1977, ormai sono passati 40 anni.
A distanza di tanto tempo, ricorda ancora la sua prima opera interpretata?
Sì, la prima opera, da me interpretata, è stata “La lupa” di Giovanni Verga con Enrico Maria Salerno.
Dopo 40 anni di carriera crede di aver raggiunto l’apice della sua esperienza artistica o ritiene che è ancora aperta a nuovi orizzonti?
Certamente in 40 anni di carriera ho acquisito un po’ di esperienza che però non finisce mai . Ancora c’ è tutto da scoprire e tutto da imparare, c’è curiosità di apprendere. Ho solo 60 anni, credo di avere davanti a me 30-40 anni.
In tutto questo lungo periodo di tempo di attività attoriale quali personaggi ha preferito impersonare in teatro che ama più del cinema e della televisione?
Uno è Ciampa che conosco bene perché lo interpreto da 27 anni. Ho cominciato a farlo nel ’92 davanti alla casa di Pirandello ma ci sono stati altri personaggi come Otello, Edipo re di Sofocle al teatro greco di Siracusa, l’Enrico IV di Pirandello e tanti altri della storia del teatro che ho avuto la gioia di fare.
Qual è il suo segreto per entrare nella parte dei vari personaggi?
Per entrare nei panni di un personaggio, bisogna studiare, fare le prove, ascoltare i registi e tant’altro.
Quale opera teatrale, da lei interpretata, consiglierebbe ai giovani di leggere o seguire a teatro? Che cosa vorrebbe insegnare ai giovani con “ Il berretto a sonagli” che ha presentato in matinée agli studenti degli istituti superiori di Lamezia Terme?”
Non credo di volere o potere insegnare ai giovani qualcosa con la messa in scena di quest’opera, ma solamente farli avvicinare al teatro e far scoprire loro questo importante mezzo di comunicazione che è il teatro. Se se si comincia da giovani il teatro si ama per tutta la vita, se si va da grandi non lo si capisce più.
C’è qualche personaggio che ancora vorrebbe interpretare?
Mi piacerebbe fare Riccardo III di Shakespeare che è uno degli uomini più cattivi dell’umanità, ma bisogna aspettare ancora un po’ di tempo prima di farlo
Perché considera “Il berretto a sonagli” un’opera eccellente e diversa da quelle finora portate sulla scena?
Perché è come se la commedia fosse stata scritta oggi e perciò per la sua contemporaneità oltre al fatto che racconta una storia eterna che succede tutti i giorni nelle nostre case senza naturalmente condividere la mentalità del tempo in cui è ambientata.
Lina Latelli Nucifero