"Se chiedere aiuto è un reato, allora voglio commetterlo per essere ascoltato"
Cronaca Lazio

"Se chiedere aiuto è un reato, allora voglio commetterlo per essere ascoltato"

giovedì 2 settembre, 2010

Gentili Redattori,

scrivo questa lettera per segnalarvi la storia personale di un cittadino romano che da anni vive una vera e propria situazione di disagio e ingiustizia.
Il Signor Antonio Trapani, ha 48 anni e da 6 anni ha dovuto abbandonare il lavoro (a Belluno) per poter assistere la madre invalida al 100%, in quanto gli era stata inizialmente rifiutata l'assistenza sanitaria e domiciliare, infine riconosciuta e mai erogata fino a qualche mese fa, ma che consiste in un assistenza di 2 ore al giorno, non sufficienti per permettergli di spostarsi e lavorare o adempiere a qualsiasi altra personale esigenza, come per esempio recarsi negli uffici pubblici e dei servizi sociali a protestare o cercare di capire perchè le istituzioni si rifiutino di prendersi carico delle sue istanze, ignorando una situazione così drammatica e al limite.[MORE]
Non avendo un lavoro da 6 anni il Signor Antonio ha dovuto far fronte a tutti questi problemi con la sola pensione della madre. Ha sempre pagato l'affitto di casa e adesso si ritrova con in mano un documento di sfratto con l'intimazione di lasciare l'appartamento il 31 gennaio 2010, che si è poi tramutato in un aumento del canone d'affitto (868 euro).
Il Signor Trapani ha sempre mantenuto la via della legalità e del diritto per farsi riconoscere ciò che gli spetta in uno Stato che dovrebbe funzionare prima di tutto per garantire una vita dignitosa ai propri cittadini. E' per questo che il suo unico strumento di lotta diventa il computer e la rete dove ogni giorno cerca di far passare informazioni sulla sua battaglia. é questo l'unico mezzo che gli offre un pò di speranza.

Il signor Trapani che si fa conoscere come "il Principe dei Poveri" perchè crede che la sua lotta porti con sè anche quelle di tante altre persone con combattono col malfunzionamento delle istituzioni e l'indifferenza della società.
Quello che vi chiedo è che possiate almeno dare lo spazio nella vostra trasmissione alla storia del Signor Antonio.
Presumo che riceviate questo tipo di richieste ogni giorno presso la vostra redazione, e che non possiate parlare di tutti. Ma se questo avviene è perchè c'è un disagio profondo nella società che non può essere ignorato e che cresce sempre più, e del quale credo trasmissioni come la vostra debbano occuparsi.

Non sono un giornalista, non sono un redattore, non sò quale priorità diate alle informazioni o ai servizi.
Ma se state discutendo tra un servizio sul turismo in Italia, la dieta a zona, il trend della prossima stagione, le dichiarazioni dei politi di turno o dei risultati di campionato, vi prego non dimenticatevi le priorità che ci sono qui fuori, non dimenticatevi che prima di tutto ci sono delle persone che soffrono e a cui qualcuno deve ridare la dignità che meritano. Il fatto che possa far sapere della sua situazione forse può servire al Signor Antonio affinchè persone, associazioni, o chiunque altro possa venire a conoscenza della sua situazione e dargli una mano.
Speranzosi del fatto che prendiate in considerazione questo appello, porgo i miei più cari saluti e un augurio di buon lavoro a voi tutti.

(notizia segnalata da antonio trapani)


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