Politica
Scontro Lega-Magistratura, Salvini: "Attacco alla democrazia"
ROMA, 14 SETTEMBRE - In una conferenza stampa organizzata a Montecitorio, il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha attaccato duramente la magistratura dopo la decisione proveniente da Genova sul blocco di conti correnti intestati a diverse sezioni del partito.[MORE]
Si tratta di un attacco durissimo e senza sconti: «C’è una scheggia della magistratura che fa politica e vuole mettere fuori legge la Lega, vogliono farci fuori, metterci nelle condizioni di non esistere». Il segretario ha poi riferito delle città interessate al blocco di conti, che sarebbero al momento Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento.
La reazione di Salvini è poi stata seguita dalla reazione del segretario Pd Matteo Renzi: «I leghisti si sono trovati bene a Roma… Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c’è un partito che ha rubato i soldi del contribuente» - è la visione dell’ex premier espressa alla Festa dell’Unità a Frascati, nei pressi di Roma. Ed ancora: «La Lega deve dare 48 milioni di euro e nessuno ne parla. Salvini è tutti i giorni sui talk show, è dappertutto tranne a Bruxelles, e nessuno che gli chieda conto dei soldi».
La reazione di Renzi ha scatenato poi la controreazione dell’altro Matteo: «Renzi si vergogni. Al Pd non succede nulla perché evidentemente ha più amici dentro la magistratura» - ha chiosato il leader leghista Salvini, che ha così aperto la conferenza di protesta: «Oggi, per la prima volta nella storia della Repubblica, i giudici stanno bloccando l’attività di un partito politico. I pm vogliono bloccare i fondi della Lega Nord. Oggi succede una cosa mai successa in Italia, per mano di una parte della magistratura che prova a mettere fuori legge un partito che rappresenta milioni di cittadini. In Italia si vuole mettere il bavaglio al dissenso».
La sentenza che condanna la Lega è già nei fatti: 2 anni e 3 mesi di carcere sono stati comminati all’allora leader Umberto Bossi, per presunte irregolarità sull’utilizzo di fondi pubblici ad opera del partito. A ciò si aggiungono anche le condanne all’allora tesoriere Belsito e al figlio del ‘Senatur’, Renzo Bossi. Secondo i giudici, l’ex tesoriere si sarebbe appropriato tra il 2009 e il 2011 di mezzo milione di euro, mentre l’ex leader avrebbe speso oltre 200mila euro. Spese che sarebbero state effettuate proprio attraverso i soldi del partito.
foto da: infooggi.it
Cosimo Cataleta