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MOTTOLA (TA) - Sembra una maledizione, quella che avvolge i paesi nei pressi di Taranto. Un’altra scomparsa dopo quella della quindicenne Sarah Scanzi, avvenuta ad Avetrana il 26 agosto e, ad oggi, avvolta nel più fitto mistero. Questa volta si tratta di Domenico Donvito, giovane operaio di Mottola, di cui si son perse le tracce da martedì 31 agosto.[MORE]
La sera prima l’aveva passata in compagnia dei genitori, mamma Annamaria e papà Franco, nella casa di campagna in Contrada Selvapiana, a 7 km circa dal centro cittadino: cena e primo tempo della partita Bologna-Inter, in assoluta tranquillità.
Alle 21,15 decide di tornare a casa per mettersi a letto e potersi svegliare riposato la mattina dopo, pronto per una giornata di lavoro presso l’ azienda “De Carlo Infissi”, nella zona industriale di San Basilio, dove lavora anche suo padre.
Probabilmente sarà rientrato a casa, in via Salvador Allende 144 ma di sicuro Domenico non si è mai presentato a lavorare.
I genitori, allarmati dell’assenza, hanno dapprima avvertito i Carabinieri di Mottola e poi, con loro, si sono messi alla ricerca del ragazzo: 22 anni, alto 1.65, corporatura leggermente robusta, tatuaggi su entrambe le braccia e capelli corti scuri.
Il cellulare squillava a vuoto: i numerosi tentativi di rintracciarlo telefonicamente sono andati a vuoto.
Uniche tracce: l’automobile ritrovata mercoledì 1 settembre nei pressi della stazione ferroviaria di Gioia del Colle (a 20 km da Mottola) e due prelievi di denaro, alle due di notte del 31, di 250 e 100 euro.
Abbastanza facile quindi supporre che, soldi alla mano, Domenico si sia recato a prendere il primo treno che lo portasse verso chissà dove.
Le telecamere piazzate dinanzi alla banca potrebbero dare una mano agli inquirenti, come pure le informazioni richieste al personale della stazione e ad alcune agenzie di viaggio.