Scandalo Mose, Orsoni se ne va: la richiesta di 24 consiglieri
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VENEZIA, 13 GIUGNO 2014 - Cambia idea rispetto alle dichiarazioni di ieri l'ormai ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. Dopo l'addio sancito dal Prefetto, Orsoni era comunque convinto di poter rimanere nel proprio ruolo, ma una delegazione del PD (sia a livello nazionale, sia al Comune), gli aveva chiesto di ritirarsi per via dello scandalo Mose.[MORE]
24 consiglieri gli avevano chiesto di andarsene
Era saltata la giunta che aveva condotto le scelte politiche di Orsoni: "Non è un atto contro i singoli amministratori, ma vuole significare che è venuto meno il rapporto tra la mia persona e la politica che mi ha sostenuto finora" spiega lo stesso ex primo cittadino di Venezia.
Nonostante la sua estraneità ai fatti, secondo Orsoni si è scatenato una manovra ipocrita contro la sua persona, come se lo scandalo Mose fosse attribuibile solo a lui. Del tutto estraneo alla vicenda si ritiene anche Chisso, l'assessore regionale inizialmente inserito nelle indagini.
Le accuse
Il nome di Orsoni era saltato fuori subito dopo l'interrogatorio all'imprenditore Baita, che aveva rivelato anche eventuali collusioni con i politici nazionali. Le sue dichiarazioni sono ancora sotto valutazione, ma secondo l'imprenditore l'ex sindaco e l'assessore regionale erano d'accordo in un giro di bustarelle più grande di loro per gli appalti del Mose, la diga che avrebbe dovuto aiutare i veneziani.
Secondo le accuse, lo scandalo Mose è ancora agli inizi.
Costretto a lasciare
Costretto a lasciare la poltrona, Orsoni avrà tempo 20 giorni per svolgere le operazioni di rito: anche il consiglio comunale chiuderà dopo le sue dimissioni.
Fonte: tgcom24.mediaset.it
Annarita Faggioni