Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
- Cosenza, 25 gen. - Cgil, Cisl, Uil, i cui rappresentanti confederali e di categoria si sono riuniti a Cosenza, contestano gli atti di applicazione del Piano di rientro dal debito in sanita' della Regione Calabria e, in un documento, ne denunciano "ritardi e incoerenze che, se non corretti, - si legge - costituiranno le premesse di inefficienze e sprechi futuri, nonche' di un servizio sanitario regionale peggiore. L'Asp di Cosenza ha proposto un Atto Aziendale che alloca i posti letto negli Spoke di pertinenza senza tenere conto delle popolazioni servite e dei volumi prestazionali forniti dagli attuali ospedali. Il commissariato regionale ad acta - secondo i sindacati - ha disatteso l'impegno assunto col Sindacato di avviare la concertazione di merito nelle ASP emanando il decreto 106/11, peraltro incoerente rispetto al proposto atto aziendale, ulteriormente penalizzante nella Distribuzione dei posti letto per acuti.[MORE] E' evidente lo squilibrio nell'assegnazione a favore delle aree del Tirreno e di Cosenza rispetto a quelle del Pollino e soprattutto della Sibaritide, in ragione della spedalita' privata, che si somma alla pubblica e che e' presente solo negli ambiti territoriali tirrenico e cosentino. Il quadro di incertezza - e' il parere dei sindacati - e' aggravato anche dalla non chiarezza sull'Ospedale di Rogliano, la cui collocazione si fa attendere viste le continue indecisioni dei dirigenti ASP e Azienda Ospedaliera. In questo solco si aggiunge la Delibera 4100/11 dell'ASP di Cosenza per la riconversione in Case della salute degli Ospedali di Trebisacce, Cariati e Praia a Mare, perseverante nel tenere ancora dentro queste strutture territoriali funzioni di ricovero per acuti e di pronto soccorso prettamente ospedaliere".Anche per quanto riguarda l'allocazione, la distribuzione e la definizione delle Unita' Operative, "pur con alcuni tentativi di correzione rispetto al decreto 18/10 e valorizzazione dell'esistente, non puo' sfuggire - continua il documento - che non si tiene conto dei volumi di attivita' realmente prestati e in alcuni casi si arriva a una sospetta discrezionalita'. Con queste premesse diventa difficile se non impossibile discutere e formulare la dotazione organica dell'ASP di Cosenza. Peraltro - aggiungono i sindacati - il tavolo tecnico tra Azienda e Sindacati di categoria non si e' mai riunito dalla data della sua costituzione ne' potra' concretamente operare in assenza di riferimenti certi. Ancora piu' caotica e' la definizione degli organici territoriali non avendo l'Azienda definito in maniera formale i Distretti (il proposto Atto Aziendale non e' ancora approvato dalla Regione Calabria) e non individuando alcun parametro di guida delle strutture sul territorio, che per il Sindacato non possono che essere la popolazione servita, la tipologia della stessa (anziani, disabili etc.) e i volumi prestazionali. La definizione precisa della dotazione organica e' essenziale prima di tutto ai fini della qualita' del servizio ai cittadini e ancora per l'esercizio delle mansioni dei lavoratori della sanita' nel godimento dei diritti e nel rispetto delle normative contrattuali. Senza questo strumento - si aggiunge nel documento - non e' possibile la definizione degli esuberi, l'applicazione corretta e trasparente della mobilita', sanare l'enorme e tuttavia indispensabile precariato e avviare il reclutamento delle professionalita' carenti".La discrezionalita' degli atti, la lentezza "e la contraddizione fra gli stessi- continua la nota stampa dei sindacati - stanno creando fra le popolazioni e i lavoratori della sanita' disorientamento e false aspettative che spesso demagogicamente e/o opportunisticamente vengono coltivate, mentre il Servizio Sanitario Regionale continua a peggiorare. Peraltro la Direzione dell'ASP di Cosenza e' ancora incompleta, non essendo stati ancora nominati il Direttore Sanitario e il Direttore Amministrativo Aziendali. Quasi quotidiane indiscrezioni giornalistiche notiziano di delibere pronte nel cassetto, di nomi papabili, di protettorati politici sponsorizzanti e rivendicanti lotti di potere. Poiche' a norma di legge (dlgs n.229/99, art.3 c.1 quinquies) e' prerogativa esclusiva del Direttore Generale nominare le figure di cui sopra, il dott. Gianfranco Scarpelli nomini subito i Direttori Amministrativi e Sanitario, utilizzando unicamente il criterio della competenza. I cittadini, sempre piu' sfiduciati e vessati dalla lunghezza delle liste di attesa, - si evidenzia - devono ricorrere al privato pagando di tasca propria ed emigrare fuori Regione per farsi curare altrove. Riguardo i presunti troppi ricoveri inappropriati che si registrano ancora negli ospedali la criticita' si allieverebbe con l'assistenza domiciliare integrata, con la tempistica dei provvedimenti per l'abbattimento delle liste d'attesa, e rendendo funzionale il centro unico di prenotazione in grado di collegarsi con tutta la rete degli ambulatori, degli ospedali e dei medici di famiglia". Cgil, Cisl, Uil, si legge, " non possono tollerare silenti questo stato di cose e chiedono l'avvio immediato di un confronto serio, in mancanza del quale saranno costrette a mobilitare cittadini e lavoratori della sanita' in difesa dei propri diritti".