Salute. Sale la circolazione Aviaria. Ma nessuno focolaio in Italia
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Salute. Sale la circolazione Aviaria. Ma nessuno focolaio in Italia. Con l'aumento dei casi negli uccelli selvatici, cresce l'attenzione su eventuali mutazioni
L'ultimo rapporto del Centro di referenza nazionale ed europeo per l'influenza aviaria ha evidenziato un aumento della circolazione del virus H5N1 dell'influenza aviaria tra gli uccelli selvatici in Italia. Nonostante non ci siano stati segnalati focolai negli allevamenti italiani, il rischio che il virus si trasmetta agli animali domestici rimane elevato, il che potrebbe rappresentare una minaccia per la salute pubblica.
Secondo i dati dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), il rischio di trasmissione del virus alle specie animali domestiche potrebbe aumentare se il virus dovesse mutare. Ciò potrebbe comportare la diffusione dell'influenza aviaria tra gli allevamenti avicoli e la popolazione umana. Al fine di prevenire la diffusione della malattia, il ministero della Salute ha recentemente invitato le autorità sanitarie regionali ad intensificare i controlli sui volatili selvatici e a promuovere l'applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli.
L'IZSVe sottolinea anche che dopo gli eventi di spillover degli ultimi mesi, c'è una crescente attenzione verso le possibili mutazioni del virus H5N1, che potrebbero favorirne il passaggio ai mammiferi e all'uomo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (Woah) hanno invitato tutti i paesi ad innalzare il livello di allerta sull'arrivo di una nuova pandemia di influenza nella popolazione umana sostenuta da un virus di origine aviare.
Per prevenire la diffusione dell'influenza aviaria, l'associazione delle imprese della filiera avicola italiana, Unaitalia, sta promuovendo la vaccinazione degli animali domestici. Secondo il direttore dell'associazione, Lara Sanfrancesco, i trial stanno avendo risultati incoraggianti e l'adozione di questo metodo potrebbe contribuire a prevenire la diffusione del virus negli allevamenti.
Inoltre, il monitoraggio della diffusione del virus H5N1 dell'influenza aviaria è una pratica essenziale per prevenire la sua diffusione. Secondo i dati del Sistema Informativo Nazionale per la Sorveglianza Epidemiologica (SINVE), nella stagione 2021/2022 sono stati segnalati 199 casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici in Italia. Di questi, 191 sono stati segnalati nel Nord Italia, principalmente in Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna. Il monitoraggio è fondamentale per identificare i punti critici di diffusione del virus e per adottare le misure necessarie per prevenire la sua diffusione.
Infine, è importante sottolineare che la sorveglianza del virus H5N1 dell'influenza aviaria non deve limitarsi al territorio italiano. Secondo i dati dell'Oms, nel periodo gennaio-ottobre 2022 sono stati segnalati 76 casi di influenza aviaria.
In Italia, la situazione dell'influenza aviaria ha richiamato l'attenzione del Ministero della Salute e delle autorità sanitarie regionali, che hanno implementato le misure di biosicurezza per prevenire la diffusione del virus negli allevamenti avicoli. Secondo i dati forniti dal Centro di referenza nazionale ed europeo per l'influenza aviaria, presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, la circolazione del virus H5N1 è in aumento fra gli uccelli selvatici, senza tuttavia segnalazioni di focolai nell'avicoltura italiana.
Tuttavia, la preoccupazione riguarda il rischio di eventuali mutazioni del virus che potrebbero facilitare il passaggio dai volatili selvatici ai mammiferi e all'uomo, come già avvenuto in passato con il visone allevato. Di conseguenza, le autorità sanitarie italiane hanno intensificato la sorveglianza dei volatili selvatici e stanno raccomandando l'applicazione delle misure di biosicurezza anche negli allevamenti di altri animali.
A livello globale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale hanno invitato tutti i paesi ad innalzare il livello di allerta sull'arrivo di una nuova pandemia di influenza sostenuta da un virus di origine aviare. Infatti, in passato ci sono stati casi confermati di trasmissione del virus H5N1 ad alta patogenicità dagli uccelli in alcune specie di mammiferi, motivo per cui gli esperti raccomandano di prestare particolare attenzione alla circolazione del virus negli animali.
L'associazione delle imprese della filiera avicola italiana, Unaitalia, ha espresso il proprio favore verso la vaccinazione degli animali, i cui trial stanno avendo risultati incoraggianti. In ogni caso, l'implementazione delle misure di biosicurezza rimane fondamentale per prevenire la diffusione del virus nell'avicoltura e nei mammiferi, come evidenziato dall'IZSVe e dal Ministero della Salute.