Salta l'appuntamento di Papa Francesco con i vescovi dello Sri Lanka.
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
13 GENNAIO 2015 - Nel programma del viaggio papale in Sri Lanka era previsto un incontro informale con i Vescovi, ma Papa Francesco salta questo appuntamento. Il Pontefice, infatti, arrivato nella sede della nunziatura dove ha celebrato la Santa Messa in privato, li ha deciso di non incontrare i vescovi. Forse ha avuto bisogno di riposo. Ed era prevedibile e ben comprensibile. Non dimentichiamo che nello Sri lanka è estate, oggi, ci sono 30 gradi e con un cambiamento di fuso orario notevole e, inoltre, il Santo Padre, ha percorso in papamobile ben 38 km sotto il sole cocente. [MORE]
Nulla di grave, quindi. Sicuramente il Papa vuole ritemprare forze ed energie per incontrare il nuovo Capo di Stato che aveva già accolto Bergoglio, all’aeroporto al suo arrivo. Sull’aereo il papa, nel viaggio di andata, ha incontrato tutti i 72 giornalisti delle testate presenti. Dopo un breve saluto dove li ha ringraziati per il lavoro, il molto lavoro, Francesco ha percorso il corridoio dell’aereo, stringendo la mano salutandoli tutti personalmente.
Alle 17.00 (a Roma 12.30) Il Papa farà una Visita di cortesia al neo Presidente Maithripala Sirisena.
Ricordiamo, inoltre, che Papa Francesco aveva incontrato i vescovi dello Sri Lanka, nella visita ad limina il 3 maggio 2014. In quella occasione aveva detto: “È per me una grande gioia accogliervi qui, in occasione della vostra visita ad Limina Apostolorum, che serve a rinnovare la vostra comunione con il Successore di Pietro e offre un’opportunità per riflettere sulla vita della Chiesa nello Sri Lanka”.
“La nostra vocazione – ha proseguito il Papa - è di «essere il fermento di Dio in mezzo all’umanità [...] annunciare e portare la salvezza di Dio in questo nostro mondo, che spesso si perde, che ha bisogno di avere risposte che incoraggino, che diano speranza, che diano nuovo vigore nel cammino» (Evangelii gaudium, n. 114). Lo Sri Lanka ha particolarmente bisogno di questo fermento. Dopo tanti anni di combattimenti e di spargimento di sangue, finalmente la guerra nel vostro paese è terminata. Di fatto, è sorta una nuova alba di speranza, poiché la gente ora pensa a ricostruire la propria vita e le proprie comunità. In risposta a ciò, attraverso la vostra recente Lettera pastorale Towards Reconciliation and Rebuilding of our Nation (Verso la riconciliazione e la ricostruzione della nostra nazione), avete cercato di andare incontro a tutti i cittadini dello Sri Lanka con un messaggio profetico ispirato dal Vangelo, che vuole accompagnarli nelle loro prove. Sebbene la guerra sia terminata, giustamente osservate che c’è molto da fare per promuovere la riconciliazione, rispettare i diritti umani di tutte le persone e superare le tensioni etniche che permangono. Desidero unirmi a voi nell’offrire una particolare parola di consolazione a tutti coloro che hanno perso i propri cari durante la guerra e restano nell’incertezza per la loro sorte. Ricordando l’appello di san Paolo a portare i fardelli gli uni degli altri (cfr. Gal 6, 2), possano le vostre comunità, salde nella fede, rimanere vicine a quanti ancora piangono e subiscono gli effetti duraturi della guerra”.
Un invito, poi a proseguire per il dialogo e il lavoro ecumenico.
“Lo Sri Lanka è un paese non solo dalla ricca diversità etnica, ma anche dalle molteplici tradizioni religiose; ciò evidenzia l’importanza del dialogo interreligioso ed ecumenico per promuovere la conoscenza e l’arricchimento reciproci. I vostri sforzi a tale riguardo sono lodevoli e stanno dando frutto. Permettono alla Chiesa di collaborare più facilmente con gli altri per garantire una pace duratura e le assicurano la libertà nel perseguire i propri fini, specialmente educando i giovani nella fede e testimoniando liberamente la vita cristiana. Lo Sri Lanka, ha però anche assistito alla crescita degli estremisti religiosi che, promovendo un falso senso di unità nazionale basata su una singola identità religiosa, hanno creato tensioni attraverso vari atti d’intimidazione e violenza. Sebbene queste tensioni possano minacciare le relazioni interreligiose ed ecumeniche, la Chiesa nello Sri Lanka deve continuare a essere ferma nel cercare partner nella pace e interlocutori nel dialogo. Gli atti intimidatori colpiscono anche la comunità cattolica, e quindi è ancor più necessario confermare la gente nella fede. Le iniziative della Chiesa per sviluppare piccole comunità incentrate sulla Parola di Dio e promuovere la pietà popolare sono modi esemplari per assicurare i fedeli della vicinanza di Cristo e della sua Chiesa”.
(servizio in aggioranamento)
Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it