Rossano: carcere, fatti gravi ma che non infanghino nome città
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ROSSANO (CS), 19 AGOSTO 2014 - Gli ultimi avvenimenti che hanno interessato la casa circondariale di Rossano, lanciano un grido d’allarme sulle condizioni in cui, oggi, vive il mondo delle carceri in Italia. Vivibilità ridotta per i detenuti ma anche condizioni di lavoro disumane a cui sono costretti gli agenti della penitenziaria. Quanto accaduto e rilevato, a seguito della visita del deputato Enza Bruno Bossio e dalla successiva ispezione chiesta dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando, non può lasciarci indifferenti. Anzi. È un fatto grave che infanga l’onorabilità della nostra Città e dell’intero territorio che, da sempre, sono ambasciatori dei valori dell’ospitalità e dell’accoglienza.
È, questo, quanto ribadito dal Presidente del Consiglio comunale Vincenzo Scarcello, intervenendo in merito all’incresciosa vicenda che ha fatto emergere le condizioni critiche, a limite della civiltà, in cui versano le carceri rossanesi.
[MORE]Il problema del sovraffollamento delle case di reclusione che, inevitabilmente – dichiara Scarcello – porta a conseguenze così drammatiche, purtroppo fa emergere lo stato critico in cui versa il mondo delle carceri in italia. Infatti, se da un lato è allarmante la denuncia pubblica del deputato Enza Bruno Bossio che, nel corso di una sua visita privata, ha rilevato le condizioni disumane in cui sono stati trovati alcuni detenuti della struttura rossanese, dall’altro è altrettanto grave quanto continuano a far emergere, e non da oggi, i sindacati di polizia penitenziaria riguardo alla carenza di personale e alla mancanza delle forniture necessarie alla sussistenza stessa della casa circondariale di Rossano.
E dispiace come – precisa il Presidente del Consiglio comunale – negli ultimi tempi la nostra Città, che da sempre si fregia con vanto della sua grande capacità di accoglienza e ospitalità, sia stata messa al centro di un tourbillon di polemiche che esulano totalmente dalle caratteristiche genetiche dei suoi cittadini. Pertanto – aggiunge Scarcello – mi corre l’obbligo di invitare quanti, in questi giorni, stanno continuando la loro sacrosanta battaglia di civiltà nel rivendicare i diritti, sia dei detenuti che del personale penitenziario, a rimarcare, più di quanto è stato già fatto, che gli avvenimenti registrati all’interno del penitenziario cittadino, esulano dall’humus sociale della Città di Rossano. Nel contempo, conoscendo e apprezzando l’opera di integrazione e recupero messa in atto all’interno della struttura carceraria locale, sono certo che tali fatti rimarranno isolati e ricordati solo come uno spiacevole episodio. Faccio appello, invece – conclude il Presidente dell’Assise civica – al Ministro Orlando affinché guardi con rinnovata e maggiore attenzioni alle dinamiche di questo territorio impegnato nella rivendicazione del fondamentale diritto alla giustizia, considerato in ogni sua declinazione. Quanto accaduto nel carcere di Rossano è la cartina tornasole del dato, oggettivo e inconfutabile, che l’Area urbana Corigliano-Rossano e, più in generale, la Sibaritide hanno bisogno di ridare funzionalità a tutti quei presidi che garantiscono il sistema giudiziario, a partire dalla immediata riapertura del Tribunale di Rossano per finire ad una maggiore considerazione delle esigenze del carcere di contrada Ciminata, tra i più grandi e importanti dell’intero Meridione.
Comune di Rossano