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ROMA, 6 MARZO - Roma rende omaggio a una delle più grandi pittrici del Novecento, profetessa dell’Art Deco, personalità inquieta e mondana, nettamente in anticipo sui tempi. L’anno espositivo del Vittoriano si apre infatti con l’attesa mostra “Tamara de Lempicka. La regina del moderno” che si terrà nel complesso monumentale dall’11 Marzo al 3 Luglio. [MORE]
La pittrice polacca, nata Tamara Rosalia Gurwik-Gorska, figlia di un ebreo russo e di una francese, nacque nel 1898 a Mosca, (lei dichiarò sempre di essere nata a Varsavia nel 1902). La sua vita irrequieta e cosmopolita la portò e percorrere i ruggenti anni ’20 da protagonista, a contatto con le personalità artistiche più stimolanti de tempo, e incarnandone la voglia di modernità sguaiata e mondana, sempre sull’orlo del precipizio. Sposò nel 1916 l’avvocato Tadeusz Lempicki, da cui prese il cognome; dopo lo scoppio della rivoluzione russa il marito fu imprigionato poiché aveva militato nelle file controrivoluzionarie, ma lei riuscì ad intercedere e a farlo liberare. La coppia si trasferisce prima a Copenhagen, poi a Parigi. Nella capitale francese Tamara decide di dedicarsi alla pittura, inizia a frequentare l’Académie de la Grand Chaumiere, prende lezioni da Maurice Denis e André Lhote. Nel 1922 si tiene la sua prima personale, al Salon d’automne, continuerà ad esporre fino al 1925, anno in cui si trasferì con la madre in Italia per studiare i classici. In questi anni fa abitualmente uso di cocaina, lavora febbrilmente, frequenta locali notturni e bordelli in cui si traveste da uomo- era dichiaratamente bisessuale e nelle prime mostre era accreditata come uomo- e ha un ritmo di vita che pregiudica la convivenza familiare. Frequenta il salotto della scrittrice americana Natalie Barney, nella cui casa in rue Jacob si ritrovano ogni venerdì sera personaggi come Joyce, Colette, Isadora Duncan, Gide. Mentre la sua attività artistica è all’apice, la sua vita familiare si sfalda, nel 1928 divorzia dal marito , la sua vita mondana , fatta di stravaganze ed eccessi diventa leggendaria. Muore nel 1980 a Cuernavaca, in Messico, le sue ceneri saranno sparse sul vulcano Popocatepetl, secondo i suoi desideri.