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ROMA – Ancora violenze nelle metropoli italiane, questa volta a farne le spese è un autista della linea 786 del servizio urbano di trasporto.
Anche in questo caso il motivo dell’aggressione si rifà a futili motivi, ma cosa è accaduto precisamente?[MORE]
Siamo in via Poggio Verde, periferia Sud di Roma, intorno alle 9 del mattino e l’autobus si ferma alla fermata prestabilita. Mentre l’autista attende la discesa dei passeggeri, nota un uomo che gli si avvicina e improvvisamente lo prende a pugni sul volto e sulla testa.
L’autista tramortito e incredulo chiede il perché di tale violenza, ma l’uomo continua a colpirlo e nessuno dei passeggeri interviene per bloccarlo.
Soltanto un passante sul marciapiede, accorgendosi della situazione, si scaglia sull’aggressore riuscendolo a tirare giù dall’autobus.
A quel punto l’uomo, sui 40 anni secondo le descrizioni, ha rivelato il motivo di tanta ira dicendo: “La prossima volta ti fermi dove dico io!”.
Stava per avvenire un’altra tragedia come quella della fermata del metrò di Anagnina o come l’episodio del tassista di Milano, e ciò che fa notizia, molto più dell’aggressione in sé, è la motivazione effimera che l’ha cagionata.
L’autista è stato medicato all’ Aurelia Hospital con una prognosi di 8 giorni ricevendo la solidarietà dell’azienda di trasporto urbano e delle autorità cittadine.
Ma nascono ancora polemiche sui passeggeri dell’autobus che non hanno aiutato l’autista, polemiche sempre di più infondate, poiché in alcune circostanze si è talmente presi dal terrore e dalla sorpresa che il più delle volte non si sa letteralmente che fare.
Al contrario, altre più fondate polemiche, sono quelle che fanno gli autisti del servizio pubblico che da anni chiedono più sicurezza ai dirigenti, mediante l’uso di cabine blindate e collegamenti diretti con le forze dell’ordine.
Questi sono argomenti validi su cui discutere e non di certo far diventare i passanti dei “Superman” pronti a bloccare i balordi di turno!
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