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MILANO, 20 DICEMBRE 2011- Negli ultimi tempi ce lo siamo domandati molto spesso. Quale ruolo svolgono i social network all’interno dei vari movimenti che hanno caratterizzato la scena politica ed economica mondiale. Gli spunti per una riflessione di questo genere vengono da più parti. Ce lo si può domandare semplicemente consultando il proprio profilo su un social network come facebook. Lo scrittore russo di origine siberiana Nicolai Lilin che da anni si è trasferito nel nostro paese ci porta a conoscenza di un notizia di cui cerchiamo traccia anche sul resto del web e che ritroviamo solo nelle righe di un paio di blog di quella che si autodefinisce “ informazione libera “.[MORE]
“Cari amici, lo scorso 16 dicembre in Daghestan (una delle più problematiche regioni della Russia situata in Caucaso) è stato ucciso il giornalista Hadji Kamalov, redattore del giornale indipendente "Chernovik". E' stato ammazzato a colpi di pistola mentre camminava per strada. Ucciso perché si impegnava a informare il popolo attraverso le pagine del proprio giornale sulle particolarità delle elezioni politiche, evidentemente aveva fatto arrabbiare qualche potente. La memoria del giornalista non è stata commemorata dai media nazionali russi, come sarebbe dovuto accadere, c'è stato qualche passaggio nella cronaca, qualche commento nei blog e nient'altro. Chiedo a tutti voi di ricordare la memoria di Hadji Kamalov, uomo coraggioso che si opponeva attraverso l'impegno intellettuale al potere corrotto e alla dittatura imposta dal Cremlino, sperando che il suo sacrificio non sia invano. Finché non esiste la libertà di parola, non può esistere la civiltà. Un abbraccio a tutti voi, Nicolai “ queste le parole con cui lo scrittore ha ricordato e chiesto di ricordare ai suoi numerosi lettori il giornalista scomparso. Nei giorni scorsi, durante le elezioni che si sono svolte proprio in Russia per il rinnovamento della Duma, sono stati denunciati da più parti episodi di censura quali l’oscuramento di canali televisi o la chiusura di blog nei quali venivano denunciati presunti brogli elettorali. La morte di Kamalov sembra rientrare perfettamente in questi casi ma le notizie che abbiamo in proposito sono poche se si escludono quelle già citate.
Nei mesi scorsi durante la rivoluzione araba che ha visto cadere regimi consolidati da anni come quello di Gheddafi in Libia o di Mubarak in Egitto si è sostenuto da più parti l’essenzialità del ruolo svolto da fenomeni come facebook o twitter. Entrambi di certo rappresentano un nuovo modo di comunicare e di relazionarsi in grado di mettere in contatto tra di loro milioni di persone favorendo lo scambio di notizie e di informazioni. Da non dimenticare nemmeno il ruolo svolto da “ youtube “ canale sul quale vengono “ postati “ video di ogni genere e argomento capaci di sfidare qualsiasi tipo di censura. Grazie a queste nuove tecnologie siamo in grado di attingere ad una quantità di informazioni a cui prima non avevamo accesso o magari che potevano si conoscere ma con tempi molto più lunghi. Così di volta in volta le fasi dei vari avvenimenti politici ed economici ci vengono presentate sotto tutte le sfumature, in ogni loro minimo dettaglio. Che si tratti delle immagini degli scontri in piazza Tahrir al Cairo o di quelli tra manifestanti e polizia a Teheran in Iran, delle manifestazioni di piazza degli “ indignados “ spagnoli o di quelli di Wall Street, delle foto che hanno scosso l’opinione pubblica come quelle del cadavere di Gheddafi, il cui epilogo è stato documentato passo dopo passo fino alla tragica e quasi grottesca fine tutto passa attraverso internet e i suoi social network, perfino la commemorazione e il ricordo di chi per l’informazione libera ha lottato a costo della propria vita.
Daniela Dragoni