Riva acciao, chiusura stabilimenti di Verona, le polemiche
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VERONA, 16 SETTEMBRE 2013- I guai dell’Ilva non sembrano più essere circoscritti solo all’area ionica. Sono ben 24 le città interessate dal sequestro preventivo di beni immobili, disponibilità finanziaria e quote societarie per un totale di 916 milioni di euro, tra le quali anche Verona. [MORE]
Nove sono le società, alcune delle quali controllate in via diretta, altre per via indiretta in forma dominante, dall’Ilva e tre le società controllate in via diretta da Riva Forni Elettrici, che sono state coinvolte nei controlli. Così la sede di Riva Acciaio in lungadige Galtarossa a Verona da giovedì 12 settembre ha chiuso i battenti. Le indagini hanno infatti coinvolto anche la sede scaligera e così 429 lavoratori si sono trovati senza più un impiego. I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno stilato una nota congiunta nella quale dichiarano che le Rsu si attiveranno immediatamente, rivolgendosi direttamente al ministero del lavoro per ottenere al più presto la cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti che hanno perso il lavoro. Anche il sindaco scaligero Flavio Tosi ha fatto commentato l’accaduto: “E’ giusto tutelare la salute, combattere l’inquinamento e prendere provvedimenti per evitarlo, risanando dove ci sono state problematiche, ma in un momento di gravissima crisi economica che un provvedimento di un magistrato arrivi a costringere la chiusura di un’azienda di quelle dimensioni, che dà lavoro a decine di migliaia di famiglie, dà l’idea di un paese ridicolo”. E il sindaco ha proseguito: "In nessun Paese del mondo occidentale potrebbe succedere una cosa del genere. Non mi sembra ispirato al buon senso un provvedimento che causa all’azienda e a migliaia di suoi dipendenti un danno enorme, che potrebbe diventare irreparabile. Saremo a fianco dell’azienda e dei suoi dipendenti per la salvaguardia dell’occupazione e di un pezzo fondamentale dell’economia del Paese. Facciamo appello al governo e al presidente Napolitano affinché siano adottati provvedimenti atti a impedire che i convincimenti personali di un singolo magistrato possano calpestare la volontà delle comunità coinvolte e l’interesse nazionale". Anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha espresso il suo punto di vista: “Qui è in gioco il futuro della siderurgia italiana e di un intero comparto. Esiste certamente il diritto della giustizia a procedere, ma sempre nella considerazione che esiste un interesse superiore che è quello del futuro dei lavoratori e della salvaguardia dei livelli occupazionali. Non si possono colpire al cuore e alla cieca interi distretti industriali già messi a dura prova dalla crisi più grave dal dopoguerra”.
Federica Sterza
Foto www.citynews-veronasera.it