Risorgimento o "caduta" di ideali?
Cultura e Spettacolo Lazio

Risorgimento o "caduta" di ideali?

venerdì 6 maggio, 2011

ROMA 06.05.2011 Il cinema del passato con proiezioni di grandi opere e artisti, il bagaglio di teche di immagini, suoni e visioni delle pellicole che furono; questa programmazione offre la Casina del cinema a villa Borghese. Sabato sera verrà riproposto “Senso” di Luchino Visconti[; la scelta di questa pellicola non è del tutto casuale, l’evento indubbiamente rievoca i 150 anni dell’Unità d’Italia, infatti, il film è ambientato nel Risorgimento italiano che da sempre ha ispirato sceneggiatori, registi e musicisti del calibro di Rossellini e Giovanni Fattori.[MORE]

La ricostruzione del momento culminante del Risorgimento, viene messa in scena, non soltanto per sfruttare l’impatto spettacolare che, ancora oggi costituisce il fascino un po’ perverso della guerra al cinema, ma anche la consapevolezza politica evidente fino alla fornitura di soldati, cavalleggeri, artiglierie, uniformi e armi da parte del Ministro della Guerra.
 

L’ambientazione di Senso, l’anno d’uscita e l’attuale riproposizione sembrano seguire un esplicito filo conduttore. Il film fornisce spunti di riflessione universali e interpreta, in maniera non ufficiale, la sconfitta dell’esercito italiano a Custoza nella terza guerra d’indipendenza, ma soprattutto, pone l’attenzione sulla crisi ideologica e politica che attraversa tutto il paese nella seconda metà dell’800.
Nel 1954, anno della sua uscita, i critici lessero il film come una metafora sull’attualità, difatti non mancò di tensioni, polemiche e di censure. La visione odierna, focalizza lo spettatore sulla più sottile e meno facilmente attaccabile resa, attraverso la vicenda intima dei due protagonisti, tendendo a essere la vera denuncia socio-politica.
 

Senso spinge a riflettere sulla caduta degli ideali patriottici dettati dalla realizzazione individuale, che in questo caso, è rappresentato dalla passione amorosa simbolo di una società in decadenza, il crollo dei valori etici ed estetici su cui si era retta tutta la prima parte del film. Entrambi tradiscono la propria patria; lui uccide lo scopo della sua vita, il suo amore totalizzante, l’essenza stessa della sua vita; lei denuncia il suo amante condannandolo come disertore, per poi correre via urlando il suo nome. Alla fine di una visione così tragica, diventa difficile non chiedersi se l’amore possa essere di altra natura.
    Giuseppe Fratta


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