Riforma della scuola: niente decreto, bensì un disegno di legge
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ROMA, 3 MARZO 2015 – Le riforme sulla scuola verranno introdotte dal varo di un solo ddl e non attraverso un decreto: lo ha annunciato il premier Matteo Renzi, con la volontà di dare un messaggio chiaro al parlamento e coinvolgere le opposizioni nello spirito delle dichiarazioni del presidente della Repubblica.
Novità dunque rispetto alle intenzioni di ieri, dove si prospettava una riforma della scuola dell'infanzia – con un unico percorso educativo da 0 a 6 anni – e interventi legati alla disabilità e al sostegno, oltre alla creazione di un testo unico nuovo in materia di normativa scolastica, misure per il diritto allo studio. Non sarebbe poi mancato un dl per la parte più sostanziosa delle modifiche da apportare. Trasformare tutto in ddl potrebbe portare agli sviluppi dello stesso attivi già dal prossimo anno accademico.
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Uno degli interventi cardine è il pacchetto assunzioni: previsti 180.000 nuovi docenti – oltre ai 60.000 posti annunciati dal concorso per insegnanti – pescando dalle graduatorie a esaurimento, dagli idonei vincitori dell'ultimo concorso pubblico o anche attingendo dalle graduatorie d'istituto. In programma poi la necessità di aggiungere i supplenti che hanno più di 36 mesi su posto vacante, come conseguenza del recepimento della sentenza della Corte di Giustizia europea (anche se per questi ultimi si pensava a un indennizzo, nell'intento ulteriore di evitare possibili contenziosi).
Discorso aperto anche per le scuole paritarie, accompagnato da qualche polemica: si pensava di proporre una detrazione fiscale per le famiglie che iscrivono i propri figli alle paritarie; altri punti sono poi la carriera dei docenti, il rafforzamento di alcune materie come musica, arte, lingue straniere, e il binomio scuola-lavoro.
Foto: intelligonews.it
Dino Buonaiuto