Riflessioni di Monsignor Savino sulla tragedia di Cocò: 'Un grido contro l'umanità perduta'
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
Il vescovo di Cassano allo Ionio esprime la sua angoscia e invita a una lotta collettiva contro le mafie per riconquistare la dignità e la libertà della società.
Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vice presidente della Cei, ha espresso profonde riflessioni in occasione del decimo anniversario dell'uccisione di Nicolas "Cocò" Campilongo. Il bambino di soli tre anni fu tragicamente ucciso a colpi di pistola e successivamente bruciato insieme al nonno, Giuseppe Iannicelli, e alla sua compagna marocchina, Ibtissan Touss.
Il vescovo Savino afferma che la morte di Cocò rappresenta un punto di non ritorno, un momento in cui la società sembra toccare il fondo. Egli condivide la sua percezione di una coscienza graffiata e violentata di fronte a un atto così barbaro. Ritiene che l'uccisione di un bambino segni la morte della ragione e dell'umanità, poiché implica la mancanza di pietà nei confronti di qualunque cosa o persona.
Anche Papa Francesco, nel suo Angelus successivo e durante una visita nella spianata di Sibari, ricordò il tragico destino di Cocò e scomunicò i mafiosi. Tuttavia, dopo 10 anni, monsignor Savino pone delle domande cruciali. Interroga il progresso nella lotta contro il potere mafioso, chiedendo se sia emersa una coscienza popolare e se siano stati avviati processi di cambiamento collettivi. Sottolinea l'importanza di unire le forze per costruire una società basata sulla civiltà e sulla democrazia.
Il vescovo chiama a un impegno collettivo per liberarsi dai poteri mafiosi e porre fine alle mafie. Invita a essere un popolo libero, capace di costruire una società più dignitosa e responsabile. Monsegnor Savino sottolinea la necessità di cittadini responsabili, pronti a resistere ai poteri mafiosi che non servono il territorio, ma lo sfruttano per il proprio potere economico e criminale. La sua riflessione si conclude con un appello all'unità per superare le sfide e costruire una comunità basata sulla libertà, civiltà e democrazia matura.