Richiesta di un referendum per l'abrogazione dell'art 35 del "Decreto Sviluppo"
Politica Calabria

Richiesta di un referendum per l'abrogazione dell'art 35 del "Decreto Sviluppo"

giovedì 16 luglio, 2015

LAMEZIA TERME (CZ), 16 LUGLIO 2015 - Unione Mediterranea Calabria si unisce alla richiesta del Coordinamento Nazionale No –Triv e della Associazione A-Sud inviata il 6 luglio scorso, tramite lettera, al Consiglio Regionale della Calabria e ai presidenti di tutte le regioni d’Italia affinché promuovano un’azione istituzionale congiunta per deliberare la richiesta di un referendum per l'abrogazione dell’art 35 del “Decreto Sviluppo”.

«Necessario a tal fine – sostiene la referente di Unione Mediterranea Calabria e del Coordinamento Nazionale No - Triv Rosella Cerra - l’attivazione, da parte delle regioni, di un tavolo permanente di confronto ed approfondimento per attuare qualsiasi iniziativa volta ad impedire attività lesive dell’ecosistema dei nostri mari e dei nostri territori». [MORE]

L’art. 35, comma 1 del “Decreto Sviluppo” introduceva il divieto di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro il limite delle 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno alle aree marine e costiere protette escludendo però «i procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991 in corso alla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo 29 giugno 2010 n. 28 (Decreto “Prestigiacomo”) ed i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi», permettendo il risanamento di alcune concessioni precedentemente vietate e quindi il riavvio dei procedimenti interrotti dal Decreto Legislativo n. 128/2010.

Tali procedimenti ricadenti entro le 12 miglia marine, pertanto, potrebbero risolversi con il rilascio dei corrispondenti titoli minerari ossia permessi di ricerca, concessione di coltivazione oppure titolo concessorio unico – che unisce in una unica soluzione la “fase di ricerca” e la “fase di coltivazione”. Molti dei procedimenti già sanati dall’applicazione dell’articolo 35, comma 1, ricadono nel mar Ionio. «Da qui – conclude Rosella Cerra - la necessità di una doverosa e conseguenziale azione di contrasto, in continuità con quanto finora espresso dal presidente Oliverio e da diversi esponenti all’interno del Consiglio Regionale, mirata alla salvaguardia dell’ecosistema dei nostri mari e dei nostri territori».
Lina Latelli Nucifero


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