Rezione del presidente Oliverio all'udienza della corte dei conti
Politica Calabria

Rezione del presidente Oliverio all'udienza della corte dei conti

giovedì 13 ottobre, 2016

Intervento del presidente della giunta all’udienza per il giudizio di parificazione del rendiconto della regione calabria – esercizio finanziario 2016
CATANZARO  13 OTTOBRE - Sia consentito anzitutto porgere un saluto cordiale al Presidente Salamone, agli illustri consiglieri della Sezione Controllo e al Procuratore dott.ssa Scerbo. E’ con rinnovata emozione che anche quest’anno mi trovo a rappresentare la Regione Calabria di fronte a questa Corte, chiamata a vigilare sull’utilizzo appropriato ed efficace dei fondi pubblici, sulla gestione finanziaria delle risorse pubbliche, sulla regolarità dell’azione amministrativa. [MORE]

Per chi è chiamato a svolgere funzioni pubbliche, il ruolo della giurisdizione contabile radica e rafforza il senso di responsabilità nell’uso dei beni e delle risorse pubbliche. Per questo motivo ringrazio ancora una volta la Corte per la sua opera di affiancamento costante ed attento, vigile ma anche collaborativo, all’Amministrazione regionale.

Nell’anno sottoposto al giudizio di codesta Corte la Regione Calabria, ha dovuto affrontare importanti sfide di carattere sociale, economico e finanziario derivanti anche dai continui sforzi e sacrifici richiesti dal Governo centrale agli enti territoriali in termini di concorso agli obiettivi di finanza pubblica. Nonostante ciò, anche nel 2015 siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi stabiliti oltre a dare attuazione alle disposizioni dettate in sede di giudizio di parifica dell’esercizio finanziario 2014 adottando le richieste misure conseguenziali.

Grazie ad una azione sinergica, coordinata anche mediante l’adozione di specifiche linee di indirizzo dettate dalla Giunta, mi pare di poter affermare che è stato conseguito un obiettivo veramente sfidante, in quanto legato al raggiungimento del pareggio di bilancio riuscendo, nel contempo, a concedere spazi finanziari agli enti locali pari a oltre 46,6 milioni di euro attraverso l’attuazione del patto verticale incentivato. Inoltre, è stato rispettato il limite di indebitamento, che è tra i più bassi tra quelli del comparto delle Regioni, e si è ottemperato alle disposizioni dettate in tema di armonizzazione contabile e qui, in particolare, al principio della competenza finanziaria potenziata, con il conseguente riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, nonché con l’individuazione e la corretta applicazione del “fondo pluriennale vincolato” e del “fondo crediti di dubbia esigibilità”.

Consentitemi però - non per vantare meriti ma per segnalare una più ampia, profonda e radicale azione di governo che spesso non riesce ad emergere nella cronaca quotidiana - di non sottacere in questa sede lo sforzo profuso dall’Amministrazione per recuperare, in misura rilevante, il disavanzo di amministrazione generatosi anche in sede di applicazione delle nuove regole contabili introdotte dal decreto legislativo 118 del 2011, come d’altra parte i notevoli sforzi effettuati al fine di riportare la gestione del personale, e i relativi costi, in una condizione di ordinaria normalità e di introdurre innovazioni di carattere straordinario da tempo attese in regione, quali quelle legate alla riorganizzazione della struttura burocratica regionale e alla riduzione de dirigenti, portati a 123.Un processo questo in cui non siamo stati da soli, ma sempre affiancati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e per altro versi dagli organismi di controllo, dall’OIV ai Revisori contabili che qui tutti voglio accomunare in un unico e deferente saluto.

Inutile nascondere che la strada da percorrere è ancora lunga e impervia ove si consideri che, come evidenziato anche da questa Sezione di controllo, non tutte le strutture regionali riescono a garantire la dovuta ed efficiente azione amministrativa sia nelle concrete attività loro assegnate che nei tempi di espletamento dei propri compiti. Inoltre, la Regione deve ancora affrontare gli adempimenti dell’esercizio 2016 che, come rilevato anche nelle linee guida dettate dalla Sezione delle Autonomie con la delibera 9/2016, rappresenta il vero momento di prova per l’entrata a regime della riforma contabile per gli Enti territoriali che hanno rinviato alcuni degli adempimenti richiesti all’armonizzazione quali l’affiancamento della contabilità economico patrimoniale a quella finanziaria, per garantire la rilevazione unitaria dei fatti gestionali e la predisposizione del bilancio consolidato.

In ordine alle problematiche emerse nel giudizio di parifica dell’esercizio finanziario 2015, in disparte dai refusi di carattere numerico anche sull’entità delle passività patrimoniali che saranno immediatamente sanati, vorrei sommessamente osservare come ad una parte rilevante delle stesse, come di seguito indicato, si stia cercando di dare soluzione attraverso misure di carattere organizzativo, mentre le ulteriori ma altrettanto spinose questioni, di cui dirà tra breve, necessitano di più efficaci sforzi tesi al rafforzamento della “governance” regionale nonché alla strategica e unitaria gestione del “Gruppo amministrazione pubblica”.

Per quanto riguarda le tematiche legate alla gestione dei debiti fuori bilancio e dei pignoramenti - che, inutile nasconderlo, rappresentano indubbiamente una ”criticità” come più volte e da più parti è stato osservato - si deve osservare che, per come preannunciato lo scorso anno, è stata realizzata la riorganizzazione della struttura burocratica della Giunta regionale e sono stati istituiti Settori ad hoc presso ciascun Dipartimento regionale. I dirigenti di questi settori sono chiamati a monitorare in modo continuo e costante le procedure necessarie ad evitare che i tempi richiesti per la trasmissione delle comunicazioni tra creditore, avvocatura e dipartimenti possano tradursi – come il più delle volte è successo - in un inutile e costoso ritardo; gli stessi dirigenti devono, altresì, sollecitare la “regolarizzazione amministrativa” degli atti di pignoramento la cui omissione potrebbe “essere foriera di danni all’erario”. Oltre a ciò, sono in fase di individuazione specifici obiettivi gestionali da attribuire alla struttura burocratica regionale attraverso il prossimo “Piano della performance”. Il mio obiettivo è di sottolineare, anche in termini di performance individuale e organizzativa e quindi di valutazione e di retribuzione di risultato, l’importanza dell’eliminazione delle disfunzioni rilevate da codesta Corte. Conseguentemente, dico qui a voce chiara: se un dirigente impegna l’amministrazione con un debito fuori bilancio e assume obbligazioni nei confronti di terzi in modo ingiustificato ne risponderà in termini di retribuzione di risultato, oltre che nelle forme e nei luoghi previsti dalla legge.

Auspico quindi fortemente che gli interventi organizzativi e l’attribuzione di specifici obiettivi in materia di debiti fuori bilancio e pignoramenti, possa portare alla drastica riduzione delle criticità rilevate da codesto Collegio in materia. Non può sottacersi, tuttavia, che allo stato i debiti attengono il più delle volte a situazioni debitorie pregresse, e che gran parte dei pignoramenti afferisce a vertenze dell’ex- AFOR e nelle quali la Regione viene chiamata in causa in qualità di “terzo pignorato”. Tuttavia, tenuto conto delle recenti decisioni della magistratura di appello nella parte in cui riconosce l’estraneità della Regione in tali vertenze, si presume, in base a quanto sostenuto dalla nostra Avvocatura, che il volume dei pignoramenti del prossimo esercizio finanziario dovrebbe sensibilmente ridursi.

Misure di carattere organizzativo sono state adottate per far fronte alle questioni sollevate in materia di contenzioso legale della Regione Calabria. Nello specificare che quest’ultimo, che per come precisato in fase istruttoria, appare assolutamente fisiologico ove si consideri che per circa il 50% delle vertenze l’Ente non è parte processuale e che per un ulteriore 15% le questioni sono di natura tributaria e di modico valore, si deve evidenziare che anche su questo settore è stata disposta una radicale riorganizzazione dei servizi incidendo profondamente sull’assetto organizzativo dell’avvocatura regionale, attribuendo alla stessa la funzione di organo ausiliario del Presidente in coerenza all’assetto legislativo nazionale (Legge n. 70 del 1975). In termini prettamente finanziari, poi, si deve evidenziare come nel corso dell’anno 2015, in ossequio alle disposizioni vigenti, a fronte delle vertenze in corso, è stato costituito l’apposito Fondo rischi per oltre 13 meuro e che tale valore è stato ulteriormente aumentato nell’anno 2016 ed è ora pari a oltre 18,9 meuro. Eventuali ulteriori accantonamenti di risorse sul citato fondo, dovranno prudenzialmente ponderare i rischi e le incertezze derivanti dall’andamento del contenzioso con la logica di assicurare ragionevoli stanziamenti per la continuità dell’amministrazione allo scopo di non “drenare” arbitrariamente risorse al debole tessuto economico regionale.

Alle criticità sollevate in ordine agli Enti strumentali e alle società partecipate, questione cardine e problematica per gli equilibri del bilancio regionale e che necessiterebbe di una trattazione molto approfondita, deve prioritariamente segnalarsi il cambio di passo nella gestione e nel controllo degli “Enti strumentali”.

Ciò è attestato anche dall’approvazione da parte di questo Governo di documenti contabili riferiti ad esercizi lontani nel tempo ma mai sottoposti ai controlli previsti dalla previgente normativa contabile e dall’invio di alcuni degli stessi anche ai competenti Organi della Procura regionale della Corte dei conti al fine di verificare l’esistenza di danni all’erario derivanti dal mancato rispetto delle norme sul contenimento delle spese. Sono purtroppo note, inoltre, le vicende giudiziarie che hanno interessato i vertici amministrativi di Enti strumentali e Fondazioni.

Non deve dunque meravigliare se la prima fase dell’azione di riordino e di bonifica, come più volte mi è capitato di dire, si è basata sull’uso – certo esteso ma pure necessario - dello strumento del commissariamento; uno strumento, da alcuni pure criticato, ma che ha consentito di riportare alla luce e sotto il controllo della struttura dirigenziale regionale situazioni di vario genere e natura, forse a questa Corte ben note. Ora bisogna partire con una fase nuova: quella della ricostruzione, anche legislativa, dell’intero sistema degli enti e delle fondazioni sulla base di tre principi cardine che stanno al fondo anche della recente riforma Madia: a) riduzione del numero degli enti interessati; b) garanzia della sostenibilità economica; c) riqualificazione dei servizi erogati. E’ in questa prospettiva che posso ora confermare, dinanzi a questa Corte, che è stato finalmente terminato il processo di accorpamento delle cinque Aziende territoriali per l’edilizia residenziale pubblica intrapreso anni or sono ma portato a termine grazie all’alacre lavoro dei Dipartimenti regionali coinvolti e all’impulso fornito da questa Giunta. E’ stato effettuato anche l’accorpamento dei Consorzi industriali, mediante l’istituzione del CORAP, è stata realizzata la chiusura della società SIAL servizi spa e sta per concludersi la liquidazione dalla Fondazione “Calabria Etica” nonché della Fondazione Magna Grecia che costituiscono esattamente il modello di ciò che non bisogna fare.

Posto che le attività inerenti agli Enti e alle società regionali sono ancora numerose, sebbene molto sia stato già compiuto, la necessità di redigere il bilancio consolidato regionale e, quindi, di definire correttamente le situazioni debitorie e creditorie tra la Regione e gli Enti che rientrano nel “Gruppo amministrazione pubblica regionale”, hanno reso ineludibile il potenziamento del ruolo di indirizzo e controllo che questa Amministrazione regionale deve e vuole esercitare nei confronti dei propri Enti. Del resto il severo regime sanzionatorio previsto in caso di mancata o tardiva redazione del citato documento contabile (impossibilità di effettuare assunzioni a qualunque titolo, anche di collaboratori a contratto), impone un cambio di passo nella gestione complessiva degli enti e delle società partecipate.

Anche in ordine alle disfunzioni rilevate da codesto Collegio è stata fornita, come anticipato proprio in questa sede lo scorso anno, una risposta di carattere organizzativo mediante l’istituzione presso il Dipartimento “Presidenza” di un apposito Settore di “coordinamento” delle attività che riguardano gli enti strumentali e le società partecipate. Si auspica, o meglio si è certi, che a seguito delle netta e corposa attribuzione delle competenze a detto Settore, non si genereranno più gli incresciosi ritardi (o omissioni) negli adempimenti amministrativi.
Ulteriori soluzioni alle criticità evidenziate oltre che sicuri benefici in termini di razionale utilizzo di risorse nasceranno dall’attuazione del nuovo Testo unico che ridisciplina le società a partecipazione pubblica e della corretta attuazione dello stesso da parte dell’amministrazione che rappresento.

E’ mio preciso impegno, quindi, richiedere a tutte le strutture amministrative coinvolte nella gestione e controllo degli enti strumentali e degli Organismi partecipati, oltre a quanto già compiuto con il precedente piano di razionalizzazione societario, di effettuare una severa fase ricognitiva della durata di sei mesi propedeutica all'espulsione delle partecipate "difformi" entro la fine del 2016, nonché di perfezionare annualmente una sorta di revisione regolativa, funzionale a determinare, attraverso una razionalizzazione periodica, i relativi piani di riassetto annui, utili a effettuare accorpamenti, liquidazioni, cessazioni o dismissioni.

Preme sottolineare, infine, che nonostante le difficoltà quotidianamente presenti in una struttura ampia con quella regionale che non consentono di misurare e valorizzare con immediatezza le azioni poste in essere, questo governo sia particolarmente sensibile al richiamo avanzato da codesta Corte in tema di corretto e razionale utilizzo delle risorse pubbliche attraverso specifici progetti attualmente in cantiere fondati sulla logica considerazione che razionalizzare le risorse è un interesse di tutti.

A tale proposito sta per essere formalmente presentato il piano “Fitti Zero”, redatto congiuntamente dai tecnici del Bilancio e del Personale, che è mosso da due obiettivi: ridurre le spese, essendo inconcepibile che la Regione paghi affitti per appartamenti dove allocare dipendenti, nelle stesse città dove la Regione ha già immobili di sua proprietà ; raccogliere tutti i dipendenti sul territorio in un numero ridotto di sedi al fine di consentire una razionalizzazione delle attività, un maggior controllo del personale, una semplificazione della vita dei cittadini. In verità, poiché la sostanza è più importante della forma devo dire che il progetto è già stato attivato mettendo in sinergica collaborazione le disponibilità immobiliari della Regione e degli Enti strumentali quali Aterp e Arpacal al fine di ridurre i fitti passivi.

Non intendo sottrarre altro tempo alla Corte. Mi sia consentito soltanto porgere in conclusione un duplice ringraziamento. Un primo, sentito più e prima ancora che doveroso, alla Corte per l’affiancamento costante all’azione della Regione. Un secondo ringraziamento a tutti coloro che stanno fattivamente collaborando all’attuazione di un grande progetto di riforma della Regione Calabria e, fra questi, consentitemi di ricordare in modo particolare oggi il Dipartimento Bilancio e gli organi di revisione contabile; senza la loro attività sarebbe veramente difficile svolgere una efficace azione di governo.


Autore
https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

Entra nel nostro Canale Telegram!

Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!

Esplora la categoria
Politica.