Renzi in Usa: 'Con riforme l'Italia può diventare leader dell'Europa. 90% delle promesse mantenute'
Politica Calabria

Renzi in Usa: 'Con riforme l'Italia può diventare leader dell'Europa. 90% delle promesse mantenute'

lunedì 28 settembre, 2015

NEW YORK, 28 SETTEMBRE 2015 - “Se l'Italia nei prossimi dieci anni compie le riforme strutturali che servono diventa leader dell'Europa, più della Germania. Ne sono assolutamente convinto”. Sono parole ambiziose quelle pronunciate dal presidente del Consiglio Matteo Renzi sul palco della Clinton Global Initiative, l'evento di quattro giorni con l'elite politica e il gotha della finanza organizzato ogni anno dalla famiglia Cliton durante i giorni dell'assemblea generale dell'Onu.

Ma Renzi, ospite d'onore della giornata insieme all'ex presidente Usa Bill Clinton, al premier greco Alexis Tsipras e al finanziere George Soros, assicura di crederci “davvero”. E davanti alla competente platea di oltre mille invitati anticipa quello che di lì a poche ore dirà a un importante gruppo di investitori americani: è ora di tornare a investire in Italia che - ribadisce - tra dieci anni potrà diventare il vero Paese leader in Europa. Renzi rivendica i successi del suo governo. [MORE]

E se un anno fa a New York arrivò portando la lista delle promesse da realizzare, oggi - sottolinea il premier - il 90% di quelle promesse sono state mantenute, dalla riforma del mercato del lavoro a quella istituzionale, passando per quella della pubblica amministrazione: “In Italia si è finalmente rotto l'incantesimo. Dopo un anno e mezzo di lavoro enorme sulle riforme oggi quella sul lavoro è legge, quella istituzionale è legge, quella sulla pubblica amministrazione è legge. Bisogna finirla col racconto che l'Italia va male. L'Italia ha le sue difficoltà ma le supera, ha dimostrato di avere la capacità di farlo. Nel mondo guardano a noi come un punto di riferimento nei valori, penso alla vicenda dei rifugiati ma non solo. Siamo un grande Paese, con enormi potenzialità quando ce ne renderemo conto l'Italia svolterà”.

Poi il capitolo Europa. E qui il presidente del Consiglio è costretto a arginare il suo straripante ottimismo. Se contesta le critiche di Soros e la difende: “Non siamo finiti come Europa L'Europa è un miracolo. Abbiamo perso molte opportunità, fatto molti errori e ci sono molti rischi. Ma non siamo nel mezzo di un processo di disintegrazione”, poco dopo è lui stesso a sferrare l'affondo: “Il vero problema è la mancanza di visione dell'Europa: dov'è la strategia europea? L'Italia - continua - sta facendo la sua parte ed è aperta e pronta a giocare da protagonista e ad attrarre investimenti. Ma la vera domanda è: dov'è la strategia europea, dov'e la coerenza di molti leader?".

Renzi fa l'esempio dell'emergenza rifugiati: "Gli stessi leader che mi dicevano 'è un problema vostro' poi di fronte alle tragiche foto sui giornali li ho sentiti dire che hanno aperto i loro confini e le loro case". Niente a che vedere con l'Italia, che su questa e altre questioni è stata sempre coerente. Ma la mancanza di visioni, secondo Renzi “rischia di alimentare le vere divisioni”. “Oggi il vero pericolo per l'Europa non è la Russia, ma l'Ungheria che costruisce un nuovo muro”, sostiene Renzi intervenendo su un tema molto sensibile per il pubblico americano: “Pensare a un futuro dell'Europa senza la Russia sarebbe un tragico errore”.

Dopo le parole pesanti nei confronti dell'Ungheria e l'appeasement nei confronti della Russia Renzi allenta la tensione e scherza: "Vedo il mio consigliere diplomatico mi guarda con preoccupation", e giù risate. E quando il giornalista della Cnn Fareed Zakaria, moderatore dell'incontro, lo ha definito il Bill Clinton o Tony Blair Made in Italy Renzi continua con il tono scherzoso: “É un paragone neanche lontanamente fattibile. Dopo questi paragoni lascio la politica, bye bye, thank you”.

Tiziano Rugi


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