Regione: Consiglio, il dibattito su abrogazione norma vitalizi
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CATANZARO, 03 GIU - Tutti d'accordo nel dibattito, in Consiglio regionale, sulla scelta di abrogare la legge regionale 5 di modifica alla legge regionale 13 del 2019. Ma non sono mancati i distinguo. Dopo la relazione del consigliere Filippo Mancuso, che ha illustrato il provvedimento, gli interventi seguiti hanno toccato vari aspetti del ruolo istituzionale di ciascun consigliere, da quello personale, a quello istituzionale.
Ma tanti hanno censurato il ritardo nella costituzione delle Commissioni consiliari che ha impedito un esame approfondito e preventivo della norma prima del suo arrivo in Aula. Il capogruppo del Pd Domenico Bevacqua si è detto rammaricato per una approvazione che "ha instillato in tanti nostri amici il dubbio sulla nostra credibilità" avvertendo che in futuro "non saranno più consentite approvazioni di leggi senza il preventivo passaggio in Commissione". Tilde Minasi (Lega-Salvini) ha definito la legge 5 "il pretesto per accendere ed alimentare gratuite speculazioni sul tema sempre caldo dei vitalizi, che peraltro sono stati aboliti da anni.
Un attacco - ha aggiunto - che ha offuscato i meriti acquisiti da questa governance nella gestione dell'emergenza da coronavirus, prima sanitaria e poi economica". Graziano Di Natale (Io resto in Calabria) ha definito un vulnus la mancata costituzione delle Commissioni consiliari "che ha finito col ledere un diritto di tutti i Consiglieri di essere 'istruiti' sulle leggi che vengono discusse in Aula". Di un "furfantello" che avrebbe modificato il testo di legge concordato in Conferenza dei Capigruppo e quello giunto in Aula ha parlato Francesco Pitaro del Gruppo Misto che ha definito la vicenda "una pagina avvilente che dobbiamo subito cancellare.
Un inganno - ha aggiunto - perché ci era stato detto che la modifica riguardava soltanto un adeguamento della legge alla normativa nazionale. Lo ammetto, sono stato leggero. Ma i calabresi sappiano che si è trattato di un inganno, di un atto di manifesta slealtà compiuto da quella parte di emiciclo - ha ancora detto Francesco Pitaro indicando i banchi del centrodestra - da chi non aveva a cuore gli interessi dei calabresi, ma l'interesse proprio". Anche Pietro Molinaro (Lega-Salvini) si è soffermato sul dato delle Commissioni, e sulla scarsa comunicazione intercorsa tra Conferenza dei capigruppo e singoli consiglieri.
Giuseppe Aieta (Democratici Progressisti) sottolineando l'incalcolabile danno d'immagine della massima assise calabrese ha richiamato alla necessità di una operazione verità, "nella quale - ha detto - si dica ai calabresi con chiarezza che molti di noi, in quest'aula, al di fuori dei consiglieri che hanno mandati precedenti alla legislatura 2014-2020, non percepiscono vitalizi. E' una parola che non è arrivata ancora nel cuore dei cittadini - ha detto ancora Aieta - perché ancora si alimenta il dubbio talvolta alimentato da noi stessi con parole riportate sui testi di legge, facendo riferimento ai vitalizi, che non esistono più". Pippo Callipo, capogruppo i "Io resto in Calabria" ha definito l'abrogazione della legge regionale 5/2020, "una prova di grande forza di tutti i consiglieri, in risposta a tutti i ciarlatani dei social e del mondo dell'informazione. Ora serve riconquistare credibilità - ha esortato - tagliando privilegi e spese inutili che esistono nella Regione Calabria".