Reggio Calabria, diciassettenne uccise la madre: le aveva tolto il telefonino
Cronaca Calabria

Reggio Calabria, diciassettenne uccise la madre: le aveva tolto il telefonino

giovedì 29 ottobre, 2015

REGGIO CALABRIA, 29 OTTOBRE 2015 - I frequenti rimproveri alla figlia per i cattivi voti a scuola, il divieto categorico di utilizzare il cellulare e il computer come punizione perché invece di studiare la ragazza di diciassette anni passava intere giornate sui social network. [MORE]

Sarebbero questi i motivi che hanno spinto una studentessa di Melito Porto Salvo a uccidere sua madre Patrizia Crivellaro lo scorso 25 maggio con un colpo d'arma da fuoco alla tempia nel cuore della notte mentre era a letto. Poi avrebbe inscenato un omicidio raccontando agli investigatori che la donna, un’infermiera di 44 anni divorziata, era stata uccisa da un misterioso killer: un uomo alto più di due metri si era introdotto in casa e aveva sparato alla madre. Una versione dei fatti poco attendibile subito smascherata dai carabinieri che sono riusciti a ricostruire l’accaduto individuando le responsabilità della studentessa. 

Nel corso di tutta la notte e nei giorni successivi, la giovane era stata più volte sentita dagli investigatori e numerose sarebbero state le incongruenze riscontrate nel suo racconto, a partire dalla descrizione del fantomatico killer che avrebbe avuto un'altezza di oltre due metri. L'autopsia aveva poi escluso che la donna si fosse tolta la vita e gli accertamenti del Ris di Messina, avevano sconfessato la ragazza che aveva sempre negato di aver maneggiato l'arma. I risultati dell'esame dello Stub, fatto nell'immediatezza sulla ragazza, aveva fatto emergere evidenti tracce a carico della studentessa.

Ma a chiudere il cerchio attorno alla giovane è stato il risultato degli accertamenti dattiloscopici che hanno certificato la presenza di tre impronte parziali sull'arma, una delle quali risultata appartenere, senza ombra di dubbio, a un dito indice della ragazza. Inoltre, al momento della tragedia le due donne erano sole, subito dopo la ragazzina chiese aiuto allo zio.

“Ha agito con lucida freddezza e con premeditazione”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare nei sui confronti emessa oggi dal tribunale dei minorenni di Reggio Calabria. La ragazza, terminate le formalità, è stata portata, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, in un istituto penitenziario minorile fuori dalla Calabria.

Tiziano Rugi

 


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