Regali, riciclini e ricicloni
Cronaca

Regali, riciclini e ricicloni

lunedì 27 dicembre, 2010

Vi immagino mentre vi aggirate per casa guardando increduli i pacchi superstiti che vagano tra soggiorno, camera e cucina, quelli che proprio non siete riusciti a collocare da nessuna parte, quelli che ancora vi fanno chiedere “perché si è così accanito nel trovare il regalo più brutto e più inadatto a me?”[MORE]

Animo, animo, che anche la gestione del dopo-regalo ha una sua etica!

Riciclare si può, se proprio il pacco (regalo) era un pacco in tutti i sensi. Vediamo come.

La strada più comoda e utile è il cambio dell’articolo: se hanno sbagliato taglia-colore-misura potete sempre provare ad andare al negozio dove è stato acquistato il capo o l’oggetto per cambiarlo con uno più adatto, informandone però il donatore, sempre nell’ottica che vogliamo essere etici.

L’altra strada è il mero riciclo, che si può fare solo se l’oggetto in questione non è una palese ciofega a sua volta forse riciclata, ma magari solo l’ultimo articolo di una serie che voi già avete, come il quinto set di coltelli da formaggio, il nono tagliere di legno d’olivo che davvero non sapete più dove mettere, l’ennesima serie di presine di Natale che andrebbero ad aggiungersi ad un cospicuo numero di serie precedenti ancora nel loro celophanne originario. In questo caso impacchettate con cura il “riciclino” e fatene una bella confezione affinché il dono sembri comprato apposta per chi lo riceve. Ci sarà pure un amico che sta mettendo su casa che gradirà qualche accessorio per la cucina, un’amica che sta partendo e abbisogna di quella valigia che vi hanno regalato e che a voi davvero non serve, una zia freddolosa che impazzirebbe per la pashmina azzurra che voi avete ricevuto, ultima di una serie di pashmine azzurre di tutte le nuance.

Confessare il riciclo in questo caso si può, ma non è necessario.

La terza strada, ormai sempre più battuta, è la vendita del dono: nei giorni successivi alle feste i mercatini di cose usate e di seconda mano vedono stranamente rimpinguarsi i loro scafali, così come i portali di annunci e vendita on-line. Coincidenza? Mi sento di escluderlo! D’altronde la monetizzazione del dono fa felice chi vende e chi acquista, quindi…perché no!

Lo zoccolo duro dei doni difficili da smaltire è costituito dai cosiddetti “inguardabili”, non cambiabili, non sostituibili, non regalabili, non vendibili, insomma non riciclabili, quelli che nascono predestinati al bidone della spazzatura. Il massimo dell’etico allora è concedere a questi oggetti, che qualcuno ha pensato, qualcun altro ha creato e qualcun altro ancora ha incredibilmente comprato, un’ultima speranza di donare gioia prima dell’ineluttabile fine facendoli assurgere alla categoria dei veri e propri “ricicloni”. L’idea arriva da un gruppo di amici pisani, che all’ombra della torre hanno consacrato una tradizione: il giorno dell’Epifania spazio alla “tombola dei ricicloni”. Gli amici in questione, riuniti attorno al tavolo, allottano, tramite tombola tradizionale, le cose più incredibili appena ricevute in dono. L’idea è assolutamente da copiare!

Guardate bene tra le vostre cose: non avete forse ricevuto anche voi un ramo d’albero dipinto di blu glitterato che reca sopra un inguardabile uccello finto ugualmente blu fatto di piume vere? O forse voi avete ricevuto un termometro di resina colorata corredato da paperelle gialle con cappello di paglia? O magari un set di infilza-formaggio a forma di topo?

Un dato è certo: quanto più l’oggetto è obbrobrioso tanto più l’ilarità è garantita, e in una visione davvero etica quel “riciclone” ci farà tanto sorridere, regalandoci il dono più bello.

 

Laura Mazoni


Autore
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