Referendum, Renzi: "La stragrande maggioranza del Pd voterà Sì, alcuni hanno dubbi e lo rispetto"
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ROMA, 12 OTTOBRE - "Ieri ho fatto contronatura anche una proposta di mediazione ulteriore” sull’Italicum. Ma se nella minoranza chiedono l’accordo prima del 4 dicembre e non si fidano “fanno bene a votare No. Se hai cambiato idea avrai i tuoi motivi io da segretario faccio di tutto per tenere tutti in squadra. Ma siamo un partito democratico e meno male”. Si è espresso così il Premier, Matteo Renzi, nel corso della trasmissione televisiva Politics andata in onda ieri sera sulla terza rete generalista. Renzi è apparso molto sicuro e, in merito alla consulta referendaria, ha dichiarato: "La stragrande maggioranza del Partito democratico voterà Sì, alcuni hanno dubbi e lo rispetto. Penso sia contraddittorio - ha sottolineato - aver votato Sì in parlamento e ora dire No ma penso anche che un cittadino a casa sia capace di farsi un’idea nella propria testa. Non votano le correnti”.
Sempre sul tema Referendum, il Premier ha ricordato che siamo "l’unico Paese ad avere due fiducie” e fa presente che “se vince il sì ci saranno 730 persone con l’immunità” parlamentare, mentre “se vince il no resteranno le 950 che sono adesso. Questa è matematica“.
Il Presidente del Consiglio, oltre a parlare di Legge Elettorale, minoranza Pd e Referendum ha poi risposto alla domanda se non dovesse scusarsi dopo l'assoluzione di Ignazio Marino dalle accuse di peculato, truffa e falso. "Il sindaco Marino - ha detto Renzi - si è dimesso lui, poi ha cambiato idea e a quel punto i consiglieri del Pd si sono dimessi loro. Non so se questa scelta sia collegata agli scontrini, ma non credo". Poi ha aggiunto: "Che Marino sia stato assolto è un bene e anche che siano stati assolti Cota, Errani o Graziano Cioni. Io non sono uno che gode se le persone vengono condannate, perché credo al principio costituzionale della presunzione di innocenza. Su Marino il problema erano gli autobus, le buche e i rifiuti. Spero che Raggi, Appendino o De Magistris vadano bene, perché sono italiano, ma certo a Roma non mi sembra che le cose vadano meglio".[MORE]
Su Pierluigi Bersani, è stato chiesto se ci sia o meno l'intenzione di cacciarlo dal partito, ma la risposta di Renzi è stata perentoria: "decideranno gli elettori del Pd a chi dare la guida del partito col congresso. Ma che c'entra il Pd con il referendum sulla Costituzione? Il Pd ha ogni quattro anni un congresso e li facciamo solo noi. Gli altri fanno i contratti privati con sanzione e le cene ad Arcore. Nel 2017, entro l'8 dicembre, ci sarà il nuovo congresso Pd. Chi avrà un voto in più vincerà, chi uno in meno farà opposizione. Ma il referendum non c'entra".
Affrontati anche i temi del debito pubblico e del Pil. Il capo dell'Esecutivo ha detto: "Il debito pubblico è rimasto al 132% in modo stabile da quando sono presidente del Consiglio perché è proporzionale al Pil. Siamo l'unico governo negli ultimi dieci anni che ha fatto previsioni più basse della realtà: nel 2015 avevamo detto +0,7% del pil ed è stato +0,8%".
Luigi Cacciatori
Immagine da biografieonline.it