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ROMA, 10 AGOSTO 2016 – Ha ammesso di aver sbagliato strategia Matteo Renzi: il Presidente del Consiglio, all’avvio della campagna per il referendum costituzionale di Ottobre, ha guardato con occhio critico le sue dichiarazioni dei mesi precedenti: «Ho sbagliato a personalizzare troppo il referendum. La riforma non è di una persona ma serve all’Italia». [MORE]
Il Premier ha poi spiegato, asserendo: «Anche io ho sbagliato a dare dei messaggi: questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all’Italia». Questo è «il referendum dei cittadini» ha proseguito il Premier che, alla Festa dell’Unità di Bosco Albergati, ha parlato anche della questione legata al mancato annuncio di una data certa per la votazione: «Ma chi può pensare che la data sul referendum costituzionale sia un argomento che appassiona i cuori? Leggo i titoli dei giornali... “Grande incertezza sulla data del referendum”. Trovatemi uno qui oggi a Bosco Albergati, sulla spiaggia o in Riviera, che si appassiona alla data. È evidente che nella percezione comune e quotidiana non è una priorità»
Renzi ha poi proseguito, sbilanciandosi con una promessa: «Se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno». Non sono mancati i messaggi nei confronti della minoranza, il Presidente del Consiglio ha infatti dichiarato: «Chi vuole cambiare linea o segretario, si ricordi che ogni 4 anni c’è il congresso, non una volta al giorno in tutte le tv e tutti i tg o i talk show. Se qualcuno ha la sindrome Bertinotti per cui chiede sempre di più per non ottenere nulla, io dico che noi dalla sindrome Bertinotti siamo immuni: basta con la rissa continua. Lo dico qui in Emilia, nel giorno in cui Romano Prodi festeggia il compleanno, e lui della sindrome Bertinotti sa qualcosa».
(foto www.huffingtonpost.it)
Elisa Lepone